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Carcere e web

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Le condizioni disumane, in cui sono costretti a vivere migliaia di detenuti in Italia, rappresentano una piaga enorme per il nostro paese. Le istituzioni non sembrano impegnarsi troppo per risolvere il problema, e i media tradizionali, come tv e giornali, fanno poco o nulla per sensibilizzare i cittadini al riguardo.

Le cose vanno diversamente su Internet, dove sono numerosi i siti specifici che trattano tali tematiche. Primo fra tutti, www.associazioneantigone.it, il portale web dell’omonima associazione che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale. In esso sono presenti varie sezioni: l’Osservatorio europeo sulle prigioni, Il difensore civico, Il centro studi e documentazione, e soprattutto l’Osservatorio sulle condizioni di detenzione in Italia. L’attività di quest’ultimo consiste in visite periodiche nelle carceri da parte dei volontari dell’Osservatorio, con conseguente redazione di rapporti sui vari istituti. Successivamente, alcuni estratti di queste relazioni vengono poi catalogati, regione per regione, e pubblicati online, in maniera tale che possano essere consultabili da chiunque lo voglia. Sul sito dell’Associazione è poi possibile leggere articoli, pubblicazioni, documenti, normative; e iscriversi alla newsletter, per rimanere sempre aggiornati sull’attività di Antigone.

La sensibilizzazione dell’opinione pubblica passa anche per l’Associazione di Volontariato “Granello di Senape Padova”, che gestisce i siti www.ristretti.it e www. ristretti.org, ai quali lavorano circa sessanta persone, tra detenuti e volontari esterni. Questi portali sono ricchi di documentazioni. Vi si trovano, infatti, dossier sui suicidi in carcere, articoli sulla condizione dei detenuti stranieri, inchieste sui diritti dei detenuti e tanto altro ancora, come i 713 racconti autobiografici di donne e di uomini che, nelle “ristrettezze” della detenzione, hanno scoperto il piacere di raccontarsi. Sull’homepage di www.ristretti.org, inoltre, compaiono news sempre aggiornate sull’argomento “carceri”, tratte dalle varie agenzie. E non è finita. “Non mi batto per il detenuto eccellente, ma per la tutela della vita del diritto nei confronti del detenuto ignoto, alla vita del diritto per il diritto alla vita” è la prima frase che ci troviamo di fronte aprendo il portale dell’Associazione “Il detenuto ignoto” (www.detenutoignoto.org). Anche qui è possibile leggere notizie sull’argomento, prese da altri siti o da giornali cartacei. L’Associazione, che nel luglio del 2009 ha collaborato alla redazione del disegno di legge per l’introduzione del Garante nazionale dei diritti dei detenuti, fa riferimento al Partito Radicale, forse il movimento politico che più si è battuto negli anni per migliorare le condizioni dei carcerati. Dispone anche di un profilo Facebook.

Poi abbiamo www.abuondiritto.it (Associazione “A Buon Diritto”, fondata da Luigi Manconi), dove, tra i diversi argomenti trattati, come la “libertà terapeutica” e la “libertà religiosa”, troviamo anche la “libertà personale”, che comprende relazioni sui suicidi in prigione, sulla recidività e soprattutto approfondimenti sull’indulto e sulle sue conseguenze. Luigi Manconi, insieme a Patrizia Gonnella, è anche direttore di “Innocenti Evasioni. La privazione della libertà e le libertà possibili”, disponibile al seguente indirizzo: www.innocentievasioni.net. In realtà, il sito è stato realizzato da alcuni collaboratori di “A Buon Diritto” e di “Antigone”, e si propone di affrontare la questione della detenzione nella sua complessità.

Un po’ come Radio Carcere (www.radiocarcere.com), il quale va di pari passo con l’omonimo settimanale di informazione sulla giustizia penale e sulla detenzione curato da Riccardo Arena, che va in onda ogni martedì alle 21.00, su Radio Radicale. La rubrica di maggiore impatto è “Cara Radio Carcere ti scrivo…”, in cui è possibile leggere delle vere e proprie missive scritte dai detenuti. Come quella di Vincenzo, dal carcere Solicciano di Firenze: “Viviamo ammucchiati in decine e decine dentro stanzoni fatiscenti, dove tutto è sporco e rovinato. Ci danno da mangiare sempre riso e minestra con acqua… ma sempre più acqua che riso ed inoltre le nostre celle sono invase da scarafaggi che ci camminano ovunque. In poche parole, qui dentro rischiamo sul serio di prenderci qualche infezione, perché l’igiene davvero non c’è. Oppure di Dario, che si lamenta perché dal “rubinetto della nostra cella l’acqua non esce dalle 11.30 alle 13.00 e dalle 15.30 fino alle 17.30, e vi assicuro che con il caldo che fa è davvero terribile stare in cella e pure senza acqua”. Una rubrica analoga, “Lettere dal carcere”, è curata invece dall’Osservatorio sulla repressione (www.osservatoriorepressione.org). Tutte lettere molto dure, ma che aiutano a capire come stanno realmente le cose.

Su YouTube, infine, si trovano diversi video, che mostrano la miseria presente dentro le celle carcerarie. Tra di essi, spiccano alcuni reportage molto accurati, come “Nell’inferno del Dozza”, girato da Rosario Di Raimondo e Giulia Zaccariello, della Scuola di giornalismo di Bologna. Il video, in lizza per il premio “Ilaria Alpi” alla sezione “miglior servizio delle tv locali e regionali”, fa vedere, nei dettagli, come vivono i detenuti della casa circondariale bolognese, con annesse testimonianze degli stessi e del personale di chi vi lavora, inclusa la direttrice. Il filmato ha avuto un buon successo, ottenendo migliaia di visualizzazioni in pochi mesi, tanto da essere ripreso pure dal sito de “il Fatto Quotidiano”.

In conclusione, va menzionato il sito del D.A.P. (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria), reperibile su www.polizia-penitenziaria.it, utile per capire in che modo il corpo di polizia garantisce, o tenta di garantire, la sicurezza e il trattamento rieducativo ai detenuti.

Lorenzo Chiavetta



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