Non ho niente da nascondere
Che “Oltre il cancello” qualcuno ci ascolti sempre (ahinoi, tranne quando chiediamo aiuto) mi pare scontato e attinente al protocollo, ma che la tendenza si sia allargata e sia stata legittimata anche all’esterno delle prigioni non credo sia indice di grande evoluzione sociale.
Il forte consenso popolare nei confronti della pratica adottata da molti “magistar”, fa leva su un’invidia sociale abilmente orchestrata in modo da illudere gli schiavi che anche i padroni possano essere controllati.
Ci spiegano che è giusto poterci intercettare e riprendere con delle telecamere sempre e ovunque, anche all’esterno delle prigioni. «Se io non ho niente da nascondere – sento spesso ripetere – possono controllarmi quanto vogliono».
Se riflettiamo su questo, però, ci rendiamo conto che anche l’esterno delle nostre disastrate prigioni somiglia sempre di più ad un carcere senza sbarre, dove le guardie sono i nostri vicini di casa, dove i recinti nei quali ci è permesso pascolare sono i social network, all’interno dei quali – oltre che esprimere il nostro dissenso – abbracciare concetti filosofici indotti, diventare esperti di qualsiasi argomento e, in primis, con incredibile entusiasmo inseriamo tutte le informazioni che ci riguardano.
La legittimazione di un processo tanto perverso è giustificata da esigenze di protezione, “è per il nostro bene”, ma la letteratura ci insegna che chi è disposto a barattare la propria libertà in cambio della sicurezza, finirà col perdere entrambe.
Pur comprendendo le ragioni delle autorità inquirenti mi preoccupa l’uso, e soprattutto l’abuso, che di un tale potere può essere fatto.
Non dovremmo permettere a nessuno di ficcanasare nelle nostre vite e nemmeno nelle vite degli altri, né per invidia né per frustrazione, nemmeno quando la moneta con la quale ci pagano ha il corso legale della sicurezza sociale.
Nella società digitale siamo sempre ripresi ed intercettati, e coloro che dicono di non avere niente da nascondere sappiano che presto dovranno nascondere tutto quello che hanno.