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Capsule di cannabis e supercazzole

Capsule di cannabis e supercazzoleLe difficoltà dei pazienti che acquistano o si approvvigionano gratuitamente dagli ospedali sono sostanzialmente: reperibilità di un medico prescrittore, scelta della genetica, mancanza di preparazione galenica adatta e prezzo.

Non esiste un’omogeneità che garantisca un accesso sicuro a questo tipo di terapie. Come metodi d’assunzione poi se ne conoscono ormai infiniti e su internet è possibile trovare ormai migliaia di tutorial che, seppur casalinghi alcuni, dimostrano come realizzare estrazioni in CO2 piuttosto che burro per la realizzazione di biscotti o altro.

Da un anno a questa parte, in Puglia, micronizziamo e attiviamo le varietà di Cannabis olandesi per poi incapsularle e proporle come metodo d’assunzione per chi non ha mai provato questa terapia o per chi non ha la possibilità di assumerla diversamente: bambini con epilessie farmacoresistenti, persone con SLA, anziani con Parkinson e tanti altri. Ma chi non ha la possibilità di effettuare tali preparazioni e magari ha la fortuna di essere seguito da un medico informato si ritrova spesso, sempre da un anno a questa parte, con ricette che riportano la seguente dicitura: “CANNABIS FLOS da trasformare in Capsule da XX mg micronizzate e attivate termicamente”. In questo caso sono due le scelte che può fare il malato: affidarsi ad una farmacia privata pagando sia il farmaco che le trasformazioni o lasciare perdere questo metodo d’assunzione.

Per legge poi, il farmacista privato che conosce i metodi per micronizzare e attivare i fiori di Cannabis, non è autorizzato a trasformare il prodotto che un malato riceve gratuitamente dalla propria farmacia ospedaliera. Per avere un supporto, anche chi ha diritto alla gratuità, è costretto ad acquistare la Cannabis. Trattandosi di sostanza stupefacente deve essere inserito, ogni barattolino, nel registro degli stupefacenti acquistati dallo stesso farmacista privato. Cannabis terapeutica in Italia? O ti tieni le cartine per tisana o impari a prepararti le capsule da solo in casa.

Nella foto le mani di Claudia mentre sistema le sue capsule appena preparate con il supporto di alcuni membri LapianTiamo. Conosciuta durante i primi cicli di chemio. La foglia sul suo braccio se l’è tatuata da sola il giorno in cui ha iniziato la terapia con Cannabis, un nuovo capitolo della sua vita.

a cura dell’associazione LapianTiamo

 



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