“Cannabonsai”, le mini piante di cannabis di Manny
Manuel Oyarce, meglio conosciuto come Manny, ha trasformato il suo hobby in un business molto apprezzato

Può sembrare insolito ma oltreoceano dove la cannabis è ormai legale da anni si è diffusa una nuova tendenza, quella dei bonsai di cannabis. Piantine di piccole dimensioni coltivate esclusivamente per l’aspetto originale e il grande fascino estetico, e non per la produzione di fiori veramente limitata. Manuel Oyarce, creatore del progetto “Manny’s Cannabonsai“, l’arte dei bonsai di cannabis, infatti confessa subito: «coltivo grandi piante per uso personale. Non sarei in grado di dipendere dalle piccole piante che non mi danno abbastanza, sono più come progetti artistici divertenti.». E sottolinea che «Il cannabonsai esiste da decenni, ho solo aggiunto il mio stile. Ho reso i miei cannabonsai temporanei, coltivati da semi autofiorenti che vivono solo quattro mesi».
Inizialmente l’idea era quella di avere una pianta da mettere sul davanzale di casa dalle dimensioni ridotte e seguirne la crescita, ma una volta realizzati i primi bonsai di cannabis Manny ha iniziato a condividerne le informazioni sul suo canale YouTube, che oggi conta oltre 27.000 iscritti. Ben presto si è reso conto che molte persone erano interessate e incuriosite dalle tecniche di crescita sicuramente diverse da quelle usate per la cannabis tradizionale; è così è nato l’e-book “Cannabonsai: A Beginners Guide”.
La coltivazione dei bonsai di cannabis ha molte cose in comune con i bonsai tradizionali come i vasi, la terra, la stilizzazione ma anche evidenti differenze tra cui la breve durata, a differenza di quelli tradizionali che vivono per decenni.
Il bonsai di cannabis può produrre pochi grammi per cui non è una soluzione per un consumatore di cannabis ma semplicemente un hobby piacevole che allo stesso modo dei tradizionali bonsai porta numerosi benefici al benessere interiore perché «c’è una bellezza nella temporaneità, che – secondo Manny – rende il tempo trascorso con la pianta più speciale».