La cannabis terapeutica aiuta i pazienti con ADHD a utilizzare meno farmaci
Secondo un nuovo studio israeliano, recentemente pubblicato sul Rambam Maimonides Medical Journal, i pazienti con diagnosi di ADHD potrebbero essere in grado di sostituire i trattamenti farmaceutici che creano dipendenza, con la cannabis terapeutica.
I ricercatori hanno identificato 59 adulti a cui è stato diagnosticato l’ADHD, ovvero il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività, e sono stati anche iscritti al programma israeliano di cannabis medica. È stato loro chiesto di auto-segnalare il proprio uso di cannabis medica, i sintomi dell’ADHD, i livelli di ansia e la qualità del sonno utilizzando questionari psicologici standard.
I pazienti sono stati divisi in due gruppi in base al loro consumo di cannabis, trentacinque sono stati considerati un gruppo “ad alto dosaggio”, che utilizzavano cannabis medica da quattro a 12 volte al giorno e consumavano da 40 a 70 grammi di cannabis al mese. Il gruppo “a basso dosaggio” consumava cannabis in media tre volte al giorno, o da 20 a 30 grammi al mese.
La metà dei soggetti è stata in grado di fornire il nome esatto della varietà specifica di cannabis medica che stavano utilizzando e questi dati hanno permesso ai ricercatori di esplorare quali composti di cannabis erano più efficaci nel fornire il trattamento dell’ADHD. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti nel gruppo ad alto dosaggio consumavano più THC, THCV, CBD e un terpene noto come trans β farnesene rispetto al gruppo a basso dosaggio.
I ricercatori hanno scoperto che “il consumo di dosi più elevate di cannabis terapeutica è associato alla riduzione dei farmaci per l’ADHD”. Nel complesso, i soggetti nel gruppo ad alto dosaggio “hanno riportato una maggiore incidenza di interruzione di tutti i farmaci per l’ADHD”.
I pazienti con ADHD sono tradizionalmente trattati con farmaci psicostimolanti, incluso il Ritalin e altri derivati delle anfetamine. Oltre a creare assuefazione, questi farmaci possono causare molti effetti collaterali negativi, tra cui insonnia, ansia, ipertensione, nausea, mal di testa e disfunzione erettile. Al contrario, i trattamenti a base di cannabis medica sono raramente associati a effetti avversi, aumentando la possibilità di un trattamento più sicuro a base di cannabis per questo disturbo comune.
Questo studio supporta anche ricerche precedenti, le quali suggeriscono che la cannabis medica può aiutare i pazienti che soffrono di dolore cronico o altre condizioni, a ridurre il loro utilizzo di oppioidi, benzodiazepine o altri farmaci che creano dipendenza.