Cannabis su Telegram: attenti alla truffa!
Oggi su Telegram ti vendono anche la cannabis: un sogno? No, una truffa!
Scelgo tra tre varietà di Sativa con THC dal 19 al 24%. Me le hanno regalate ieri sera, un tipo che asseriva di acquistare cannabis su Telegram, sarà mai possibile?!
Che ore sono? Cavolo, le 10:00… ieri sera abbiamo fatto tardi. Mi alzo e vado in cucina, dormono ancora tutti. Oggi ho deciso di prendermi un giorno di vacanza, così mi rollo una canna, mentre mi preparo per l’affare di Telegram…
Niente di strano se fossimo a Barcellona o ad Amsterdam. Qui però siamo a Milano.
Decido allora di scrivere al contatto che mi è stato dato assieme all’erba, e che è venuto fuori da uno dei tanti link che compaiono sotto gli articoli che riguardano la cannabis o la legalizzazione. Contatti “americani” di gente che ha un milione di foto con fiori bellissimi; e che ti propone offerte che, se fossero vere, farebbero fallire le narcomafie nel mondo! Scrivo allora un messaggio in cui saluto soltanto.
Ricevo risposta nell’arco di 15 minuti. Mi viene chiesto come ho avuto il contatto. Rispondo: “un amico”.
Vogliono sapere di dove sono, e cosa cerco. Rispondo che sono di Milano, e che cerco “weed”.
BINGO: IL CONTATTO TELEGRAM HA DROGHE A GOGÒ!
Arriva un menu incredibile: Blue Dreams, Pineapple Express, Gorilla Glue, Lemone Haze, Ak47, Og Kush, Purple Haze, Gelato 43, Mimosa, Amnesia, White Widow. Queste hanno tutte un prezzo di 6,50 € a grammo, con acquisto minimo 30g.
Poi ci sono anche le Moon Rock, che arrivano a 10 € a grammo, e la lista si conclude con Codein, MDMA, Shrooms, Heroine, Xanax, Green Crack, Ritalin; di cui non chiedo i prezzi. E’ sconvolgente.
Dico che mi interessa solo “l’erba”, e chiedo che prezzo mi fa se prendo quantità maggiori dei 30 grammi (minimo acquisto possibile). Mi propone 100g per 425 € e 1 Kg per 1.100 €.
TROPPO BELLO PER ESSERE VERO
Troppo bello per essere vero; così decido di provare a fare un ordine per dimostrare a me stesso che è impossibile.
Scrivo prima in redazione, ed avviso che voglio indagare sulla cosa, assumendomi le responsabilità. Poi mando un messaggio allo spacciatore virtuale: “Voglio 30g di Amnesia”.
Lui mi dice che fanno spedizioni notturne, tramite corrieri privati. Mi dice inoltre di effettuare il pagamento e inviargli la foto de bonifico. Mi da due possibilità: PayPal o Western Union. Preferisco la prima alternativa, essendo più “controllata”. Mi manda i dati per il pagamento; e mi chiede anche l’indirizzo di spedizione, che fornisco.
I SOLDI PER LA CANNABIS SU TELEGRAM VENGONO RITIRATI IN NAMIBIA
Faccio il pagamento ma non va a buon fine perché PayPal blocca la transazione. Allora contatto il tipo telefonicamente. Parliamo: è gentilissimo ed effettua un refund del mio denaro. L’indomani ci risentiamo per un secondo tentativo su un altro conto PayPal. Anche questa volta i soldi vengono bloccati, ed il tipo me li restituisce. Al terzo tentativo andato a male mi lascio convincere: accredito con Western Union. I soldi vengono ritirati in Namibia (Africa).
Da quel momento, per 24 ore, non sento più nessuno. Mi era stato assicurato che mi sarebbe stato inviato il tracking number. Ma non ricevo nulla.
LA TRUFFA DELLA CANNABIS SU TELEGRAM PRENDE FORMA
Dopo 24 ore, mi arriva una mail. Dice che il mio pacco è stato bloccato presso il magazzino del corriere, e che serve una cauzione di 300 €, che mi sarebbe stata restituita alla consegna. Se però non pago, mi minacciano di portare il pacco col mio indirizzo alla “polizia”. Nulla di più illogico, è evidentemente una truffa.
Mi rifiuto di pagare; tanto l’indirizzo è quello del B&B dove alloggio.
Riesco a risentire il tipo per telefono. Provo ad essere diplomatico, e lui mi propone di pagare metà della cauzione. È la conferma che sta cercando di spillarmi altri soldi. Inizio allora a minacciarlo dicendogli che non sa chi sta cercando di fregare… ma le risate che sento dall’altro lato mi fanno ben capire che si tratta di una truffa ben organizzata, e che queste persone non hanno nulla da temere, protette da chissà quali sistemi per evitare che vengano intercettate.
UNA RETE DI TRUFFATORI CON UN METODO SEMPRE ANALOGO
Eppure non finisce qui: inizio a ricercare più contatti che propongono queste offerte. Ne trovo altri due. Mi fingo un cliente. Ad uno dico di aver già fatto un ordine dal precedente venditore. Lui mi dice di conoscerlo, asserendo addirittura che è un suo cliente.
Non accenno alla truffa, ma non vado oltre ai messaggi col numero di conto per il pagamento PayPal. Mi basta per capire che il metodo è sempre lo stesso: PayPal – rifiuto e restituzione – Western Union – truffa.
Indagando sui vari contatti, risalgo ad una pagina Instagram: è un account con poco più di 2.000 followers e oltre 6.000 seguite.
Tra i contatti, una serie di profili più piccoli che pubblicizzano la vendita di cannabis attraverso l’ausilio di foto; e forniscono i contatti Telegram dei truffatori.
Si tratta dunque di un’organizzazione criminale di truffatori e, ad esser sincero, sono anche contento: se fossero stati davvero dei narcotrafficanti la situazione sarebbe stata a dir poco preoccupante dato che chiunque, anche un minorenne, avrebbe potuto comprare qualsiasi droga, e non solo cannabis.
Oltre al fatto che fenomeni simili non fanno che rallentare la buona pratica dell’autoproduzione, a noi da sempre tanto cara.
TUTTO QUESTO, LO DOBBIAMO AL PROIBIZIONISMO
Anche questo genere di crimini è frutto del proibizionismo che continua a limitare, non solo la libertà dei cittadini, ma anche l’economia del Paese; a favore di associazioni criminali di ogni tipo.
A onor di cronaca va detto che alcuni mesi fa abbiamo raccolto testimonianze nel nord Italia, di persone che hanno effettivamente acquistato cannabis ordinandola su Telegram e ricevendola al proprio domicilio, consegnata direttamente da fattorini in perfetto stile pony express. Leggenda metropolitana o clienti particolarmente fortunati?