La cannabis contro i sintomi del long covid?
Nel 2022 dovrebbero partire due diversi studi scientifici tesi a indagare questa possibilità, a partire dagli studi precedenti che sottolineano l’efficacia dei componenti della cannabis per combattere i sintomi della patologia
La cannabis può essere un’arma in più nel trattamento del Covid? Mentre diversi studi scientifici identificano la cannabis come una sostanza utile contro i sintomi del Covid, ARDS in primis, grazie agli effetti antinfiammatori di CBD, THC e anche CBC (cannabicromene), stanno per partire due diversi studi scientifici che analizzeranno la possibilità di trattare i sintomi del long Covid.
CBD full spectrum contro il long Covid: al via lo studio clinico in doppio cieco in Brasile
Il primo, condotto da InCor, l’Istituto del Cuore della Scuola Medica Universitaria di San Paolo – testerà l’efficacia di un CBD full spectrum di grado farmaceutico nel migliorare la qualità della vita delle persone che soffrono dei sintomi della COVID a lungo termine.
Il dottor Edimar Bocchi, direttore del Nucleo Insufficienza cardiaca e dispositivi meccanici per l’insufficienza cardiaca di InCor, guiderà lo studio clinico in doppio cieco. Per un periodo di tre mesi, 290 pazienti prenderanno o un placebo o l’estratto di CBD.
«L’obiettivo dello studio è testare l’ipotesi che il cannabidiolo possa migliorare la qualità della vita dei pazienti con sindrome Covid a lungo termine rispetto a un placebo di 100 mg due volte al giorno», ha sottolineato Bocchi. «Inoltre, valutare l’effetto del cannabidiolo sul miglioramento di specifici sintomi o segni di malattia conseguenti alla COVID-19 a tre mesi di trattamento rispetto al placebo».
Entro aprile del prossimo anno, i ricercatori si aspettano di sapere se la formulazione prodotta dall’azienda Verdemed migliori la qualità della vita delle persone con la sindrome Covid a lungo termine. «Questo è uno studio molto importante, perché il CBD non è mai stato testato per questo scopo».
Lo studio inglese su CBD e long Covid
Il secondo studio, per il quale non è ancora partito il reclutamento, utilizzerà il Medicabilis, una formulazione ad ampio spettro con alti livelli di CBD, per trattare i sintomi comuni associati al long COVID che includono affaticamento, dispnea, dolore e disturbi del sonno. Sarà effettuato da Drug Science e guidato dalla ricercatrice Elizabeth Iveson.
«Ci sono alcune prove che il cannabidiolo possa essere efficace nel ridurre l’infiammazione associata all’infezione da Covid», scrivono i ricercatori specificando che: «Insieme, queste prove suggeriscono che è possibile che il CBD possa essere un trattamento efficace per le persone con diagnosi di long Covid. Condurremo quindi uno studio di fattibilità in cui a 30 persone verrà prescritta la cannabis medica dominante CBD. I pazienti prenderanno questo farmaco quotidianamente per cinque mesi. Raccoglieremo mensilmente valutazioni auto-riferite di sintomi comuni tra cui dispnea, affaticamento, umore, cognizione e dolore e dati in tempo reale su frequenza cardiaca, attività fisica e sonno usando tecnologia indossabile. Raccoglieremo anche valutazioni quotidiane auto-riferite dei sintomi chiave (umore, dolore, affaticamento e dispnea) tramite un’applicazione per smartphone. Il nostro studio stabilirà se è fattibile reclutare e mantenere i pazienti con una diagnosi di long Covid in un trial di CBD. Controlleremo anche se ci sono effetti collaterali per valutare la sicurezza e la tollerabilità della cannabis medicinale. I nostri risultati determineranno la fattibilità della cannabis medicinale nel trattamento del long Covid e se è sicura da usare».