Cannabis: la guerra ai semi e il perbenismo dei proibizionisti
La surreale proposta avanzata dal Ministero dell’Agricoltura per rendere illegale la cessione di semi di canapa non certificata sembra aver svegliato vecchi appetiti proibizionisti che credevamo ormai spenti. Così tornano a parlare, ovviamente senza alcuna competenza in materia, pseudo esperti e politici in cerca di facili consensi.
E’ il caso che in questi giorni sta facendo parlare ad esempio i giornali locali di Rovereto (Trento) dove due consiglieri comunali, Claudio Cia (Civica Trentina) e Villiam Angeli (Lega Nord), hanno presentato un’interrogazione alla giunta comunale per chiedere che venga posta sotto osservazione l’attività del growshop “Mat Harrer”, colpevole di «vendere semi di marijuana».
E i consiglieri in questione, come tengono a sottolineare, «non sono mica degli sprovveduti». E sanno benissimo che «sarà pur legale la vendita, ma si sa che chi li acquista non li mette di sicuro in vetrina ma li pianta per farsi le piante di marijuana». Prima di lanciarsi in paragoni arditi: «anche le pistole di per sé sono legali ma si sa che servono per sparare» e poi «quel negozio, tra l’altro proprio in centro, dà un cattivo messaggio ai giovani».
Naturalmente la cessione di semi di canapa rimane, almeno per il momento, perfettamente legale. Anche perché, sarebbe bene ricordarlo ai consiglieri trentini, un seme non contiene alcun principio psicotropo e tantomeno contiene Thc e la legge che ne consente la cessione avrebbero avuto anche il tempo di leggerla, visto che venne approvata 42 anni fa (legge 412 del 1974).
Insomma, mentre il mondo va avanti e promuove la legalizzazione, che a breve per la prima volta (in verità con scarse possibilità di successo) verrà discussa anche dal Parlamento italiano, una parte della classe politica si mette addirittura a discutere di vietare i semi di una pianta che cresce in natura. A tanto non si erano mai spinti nemmeno Fini, Giovanardi e Serpelloni.
E se la vera preoccupazione dei consiglieri fosse veramente «il messaggio diseducativo per i giovani» ci permettiamo di proporre loro alcuni altri temi possibili per le loro interrogazioni comunali: si potrebbe cominciare dalle sale Slot, diffuse in tutte le città anche affianco delle scuole e, quelle si, vera causa di dipendenza per tanti cittadini. Si potrebbe poi proseguire con i negozi che vendono anabolizzanti per la palestra, di libera vendita, e molto più pericolose della cannabis per la salute, fino ad arrivare, perché no, a tabaccai ed enoteche. Tutte attività legali che sicuramente dovrebbero creare maggior allarme della vendita di semi di una pianta che, fino a prova contraria, non ha mai ucciso nessuno.