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Cannabis in Russia: americano condannato a 14 anni

Una altro cittadino americano, dopo la star del basket Brittney Griner, è stato arrestato in Russia per la cannabis

Un insegnante americano è stato condannato in Russia per cannabis
Un insegnante americano è stato condannato a 14 anni di carcere duro in Russia per detenzione di cannabis. È la nuova storia che sta tenendo banco in Usa dopo l’arresto della star del basket femminile Brittney Griner, tornata ieri in tribunale per il processo in cui rischia fino a 10 anni di carcere.

Il 14 agosto 2021, Marc Hilliard Fogel, allora 60enne, fu arrestato all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca quando nel suo bagaglio fu scoperta mezza oncia di erba (circa 14 grammi) in varie forme. Aveva una regolare prescrizione in America ma in Russia la cannabis rimane illegale.

Fogel – insieme alla moglie – stava tornando a Mosca per festeggiare il decimo anno di insegnamento ai figli dei diplomatici statunitensi, dopo un viaggio in Usa, e aveva pensato che sarebbe riuscito a nascondere senza problemi 14 ricariche alla cannabis per le sigarette elettroniche, ma così non è stato.

INSEGNANTE AMERICANO CONDANNATO IN RUSSIA PER CANNABIS

Dopo aver trascorso 11 mesi in diversi carceri russi, ora è stato condannato a 14 anni di carcere duro. Intanto Antony Blinken, segretario di Stato Usa, ha dichiarato che esiste una “proposta sostanziale” per liberare sia Griner che un altro americano detenuto, Paul Whelan, e la famiglia di Fogel spera che si possa trovare una soluzione.

I Fogel chiedono ora al Presidente Joe Biden di intervenire per liberarlo dalla prigione russa, proprio come si sta facendo per liberare Brittney Griner e Paul Whelan, come riporta la CNN.

E intanto Elon Musk irrompe nel dibattito. Gli Stati Uniti hanno infatti proposto alla Russia il trafficante di Armi Viktor Bout, conosciuto anche come il ‘mercato di morte’, in cambio della liberazione della Griner.

E l’imprenditore americano ha criticato le autorità americane per aver proposto lo scambio. “Perché non liberare” anche negli Stati Uniti “chi è in carcere per cannabis?”, si è infatti chiesto sui social network scatenando diverse polemiche.

 



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