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Cannabis: aumentare le rese fino al 30% con cicli accelerati

I consigli per ottomizzare la produzione di cannabis da parte del network MCPIR

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Pubblichiamo qui sotto un articolo a cura di MCPIR (Medical Canabis Platform for Innovation and Research) che riunisce diversi brand internazionali di professionisti del settore cannabis, con consigli su come velocizzare ed efficentare le produzioni di cannabis. 

Per stare al passo con la crescente professionalizzazione dell’industria delle colture medicinali, i produttori autorizzati di cannabis devono ottimizzare l’efficienza. L’obiettivo è semplice: produrre più fiori (kg/m2) all’anno con meno risorse, senza compromettere la qualità. Molti coltivatori di cannabis possono aumentare la resa annuale per metro quadro fino al 30%, riducendo allo stesso tempo l’uso di risorse, semplicemente modificando il loro approccio alla fase vegetativa. Inoltre, questa strategia migliora la qualità e l’uniformità, promuove la sostenibilità e riduce i rischi operativi.

CANNABIS: FINO A 6 CICLI L’ANNO

“L’obiettivo è semplice: produrre più fiori con le stesse o minori risorse. Per farlo, bisogna considerare la resa annuale per metro quadro, piuttosto che per pianta. Accelerando il ciclo di coltura, si può aumentare la produzione totale senza espandere fisicamente lo spazio di coltivazione”, spiega Rene Corsten, consulente di colture presso Delphy e membro del Medical Cannabis Platform for Innovation and Research (MCPIR), un consorzio unico composto da 13 aziende con competenze complementari nel settore della cannabis medicinale.

Corsten descrive il funzionamento di questo approccio accelerato: “Normalmente, un ciclo di coltivazione della cannabis prevede una fase vegetativa che dura tra le 2 e le 4 settimane. Tuttavia, è possibile ridurre questa fase a soli 4-6 giorni, accorciando così il ciclo totale di coltivazione fino a 3 settimane. Invece di completare 4 cicli di 12-13 settimane all’anno, un coltivatore potrebbe realizzare quasi 6 cicli di circa 9 settimane.”

MAGGIORE DENSITÀ DI PIANTE

“Per ottenere la stessa quantità di fiori alla fine di ogni ciclo, è necessario aumentare significativamente la densità delle piante per metro quadro rispetto agli attuali standard di 2-6 piante. In passato, densità di 30-40 piante per metro quadro non erano rare tra i coltivatori tradizionali”, afferma Corsten. “Ovviamente è importante scegliere il giusto fenotipo: la cultivar deve avere una dominanza apicale, in modo che le piante crescano verso l’alto piuttosto che verso l’esterno.”

MENO LAVORO, MIGLIORE QUALITÀ, MINOR IMPATTO AMBIENTALE

Oltre ad accelerare il ciclo di coltura, un approccio ad alta densità presenta diversi altri vantaggi, secondo Corsten: “La combinazione di un ciclo più breve e della dominanza apicale riduce significativamente la necessità di interventi come cimatura, defogliazione e selezione dei germogli, risparmiando tempo e abbassando i costi del lavoro per chilo di fiori. Inoltre, un ciclo di crescita più breve riduce il rischio di infestazioni di parassiti e malattie.”

“Un ciclo più breve migliora anche l’uniformità del prodotto, poiché il rischio di degrado e la pressione di parassiti e malattie aumentano con il tempo. E l’uniformità è fondamentale per automatizzare e meccanizzare le operazioni in vista di un’espansione,” continua Corsten. “Infine, una fase vegetativa più breve richiede meno illuminazione, con risparmi energetici fino al 40%, riducendo l’impatto ambientale dell’azienda e migliorandone la redditività.”

UN APPROCCIO SU MISURA PER LA COMPETITIVITÀ FUTURA

Corsten riconosce che il settore della cannabis è meno standardizzato rispetto ad altre colture come pomodori o fiori ornamentali. “Ogni coltivatore utilizza un sistema unico, e alcuni sono più adatti di altri per questo approccio. Per questo è essenziale sviluppare una strategia su misura, che richiede una pianificazione attenta e un’implementazione strategica. Ma se fatto correttamente, questo approccio a ciclo breve e alta densità può aiutare molti coltivatori autorizzati ad aumentare significativamente la resa annuale per metro quadro, aprendo la strada all’espansione e proteggendo la loro competitività futura.”

Il team di MCPIR vede molte opportunità di collaborazione, sfruttando le conoscenze e l’esperienza di altre colture ad alta tecnologia per portare questo settore a nuovi livelli di successo. “Come parte della nostra missione di sviluppare un modello per la produzione ottimale di cannabis, presto testeremo sul campo questo approccio accelerato per capire fino a che punto possiamo spingere i limiti”, conclude Corsten.

I VANTAGGI DI UN CICLO BREVE AD ALTA INTENSITÀ

  1. Aumento della produzione del 25-30%: con cicli di coltivazione più brevi, i coltivatori possono completare più cicli all’anno, aumentando la produzione complessiva.
  2. Migliore qualità del prodotto: cicli più brevi riducono il rischio di degradazione del prodotto nel tempo, portando a una qualità superiore.
  3. Riduzione significativa dei costi del lavoro: eliminando la necessità di gestire le piante, come la cimatura e la defogliazione, il fabbisogno di manodopera diminuisce notevolmente.
  4. Minori costi energetici e ridotto impatto ambientale: accorciando la fase vegetativa, che richiede molta luce, si riduce il consumo energetico, migliorando anche l’impronta di carbonio.
  5. Maggiore uniformità del prodotto: cicli più brevi favoriscono una crescita più uniforme, facilitando l’automazione e la robotizzazione del processo di coltivazione.
  6. Rischio ridotto di parassiti e malattie: cicli più brevi riducono intrinsecamente il rischio di infestazioni, ulteriormente abbassato dalla minore interazione dei lavoratori con le piante dovuta alla ridotta necessità di gestione.


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