Cannabis: potrebbe proteggere dal cancro alla prostata
Tassi più bassi di cancro alla prostata tra i consumatori di cannabis, i dati dello studio
Uso di cannabis e tassi più bassi di cancro alla prostata. È la possibile associazione osservata nello studio pubblicato su Biomedicines, basato sui dati raccolti dal National Survey on Drug Use and Health (NSDUH).
In particolare, i ricercatori hanno notato che tra gli individui che erano ex consumatori di cannabis vigeva una percentuale di cancro alla prostata auto-riferito decisamente più bassa.
Una notizia riportata da Cannabisterapeutica.info, che, se confermata da ulteriori studi, potrebbe rivoluzionare il panorama terapeutico, in quanto, con circa 1,4 milioni di nuovi casi e 375mila decessi ogni anno, il cancro alla prostata è la seconda forma più comune di cancro e la quinta causa di morte associata al cancro negli uomini su scala mondiale.
CANNABIS E CANCRO ALLA PROSTATA: LO STUDIO
Analizzando i dati raccolti da NSDUH dal 2002 al 2020, il team di ricerca ha diviso gli oltre 2.500 partecipanti in tre categorie. La prima (53,4%) composta da chi non aveva mai fatto uso cannabis. La seconda (40,8%) dagli ex consumatori. E la terza (5,8%) da chi utilizzava ancora cannabis al momento dell’intervista.
Fatto ciò, i ricercatori hanno notato una riduzione combinata del 21% del cancro alla prostata tra chi utilizzava cannabis rispetto ai non consumatori.
In particolare, è stata registrata una diminuzione del 22% tra i partecipanti di 65 anni che facevano uso di marijuana rispetto ai loro coetanei non consumatori. Un effetto che invece non è stato rilevante nel gruppo di età compresa tra i 50 e i 64 anni.
«I nostri risultati – scrivono gli studiosi – forniscono dati corroborativi da un grande sondaggio nazionale basato sulla popolazione per rafforzare il corpo di prove esistente che suggerisce un ruolo potenzialmente protettivo della cannabis contro lo sviluppo del cancro alla prostata».
«Poiché la cannabis medica viene utilizzata sempre più frequentemente nei pazienti oncologici per il controllo del dolore, nausea e dolore addominale, e quasi la metà degli oncologi riferisce di prescrivere marijuana medica ai pazienti a un certo punto della loro pratica», sottolineano i ricercatori.
E sebbene lo studio presenta alcune limitazioni da approfondire, gli autori confermano che sarebbe il primo a valutare la connessione tra uso di cannabis e cancro alla prostata su vasta scala, meditante «un sondaggio nazionale focalizzato sul gruppo a rischio della popolazione maschile anziana».