La cannabis protegge dalle infezioni gravi di Covid-19?
Lo sostiene un nuovo studio scientifico pubblicato su Cannabis and Cannabinoid Research
Un nuovo studio rivela che i consumatori di cannabis hanno tassi più bassi di infezioni gravi da COVID-19 e affrontano meno complicazioni serie, come decessi o lunghe degenze ospedaliere, rispetto a chi non fa uso di cannabis.
Il rapporto, redatto da ricercatori del Northwell Health di New York, afferma che «gli utenti di cannabis hanno ottenuto esiti migliori e un tasso di mortalità inferiore rispetto ai non consumatori». I benefici, aggiunge lo studio, potrebbero essere legati agli effetti immunomodulatori della cannabis.
Pubblicato sulla rivista Cannabis and Cannabinoid Research, lo studio ha analizzato i dati del National Inpatient Sample Database, che monitora i ricoveri ospedalieri. I pazienti ricoverati per COVID-19 sono stati suddivisi in gruppi di consumatori e non consumatori di cannabis e confrontati tenendo conto di fattori come età, razza, genere e altre condizioni preesistenti.
Secondo l’analisi iniziale, i consumatori di cannabis hanno registrato tassi significativamente inferiori di infezioni gravi da COVID-19, intubazioni, sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), insufficienza respiratoria acuta, sepsi grave con insufficienza multiorgano, mortalità e degenze ospedaliere più brevi. Anche dopo l’abbinamento 1:1 tra i gruppi, i risultati hanno continuato a mostrare un’associazione positiva tra l’uso di cannabis e una minore gravità dell’infezione e delle sue complicanze.
I risultati preliminari di questo studio erano già stati presentati lo scorso anno al congresso annuale dell’American College of Chest Physicians (CHEST) a Honolulu.
CANNABIS CONTRO COVID E LONG COVID, GLI STUDI PRECEDENTI
Questo è l’ultimo di una lunga serie di studi che, negli ultimi anni, hanno evidenziato le potenzialità di cannabis e cannabinoidi di poter essere davvero utili contro la pandemia.
Secondo una ricerca di inizio 2022, due acidi cannabinoidi che si trovano comunemente nelle varietà di cannabis, l’acido cannabigerolico (CBGA) e l’acido cannabidiolico (CBDA) possono legarsi alla proteina spike del nuovo coronavirus. Legandosi a questa proteina, i due acidi possono impedire al virus di entrare nelle cellule e causare infezioni.
Secondo un altro studio il CBD, oltre a diversi terpeni, sarebbero in grado di bloccare l’infezione da SARS-CoV-2 e promuovere la risposta immunitaria nell’ospite.
«I nostri risultati suggeriscono che CBD e THC sono possibili farmaci contro il coronavirus umano che potrebbero essere utilizzati in combinazione o con altri farmaci per il trattamento del COVID-19 nei pazienti», scrivevano in un’altra pubblicazione scientifica diversi ricercatori coreani provenienti da vari istituti in uno studio scientifico pubblicato nel 2021 sull’International Journal of Biologicacl Macromolecules.
Secondo un altro studio scientifico alcuni estratti di cannabis possono ridurre il rischio di morte a causa del Covid-19 impedendo al sistema immunitario malfunzionante di un paziente di attaccare se stesso. Parliamo della “tempesta di citochine”, un processo infiammatorio per il quale il sistema immunitario va in tilt e attacca i tessuti sani invece del virus. Uno degli effetti di queste “tempeste”, può essere l’ARDS, la sindrome da distress respiratorio acuto, che può anche essere mortale.
Infine, cannabis e cannbinoidi sono stati presi in considerazione da diversi studi scientifici come opzione per il trattamento del Long Covid.