Cannabis per Alzheimer e demenza: al via una sperimentazione in Australia
Un farmaco a base di THC e CBD sarà testato su 50 pazienti affetti da demenza e morbo di Alzheimer. Accade in Australia dove la società europea MGC Pharmaceuticals ha collaborato con l’Università di Notre Dame a Perth. Il farmaco che sarà utilizzato si chiama CogniCann, che secondo l’azienda produttrice è l’unico prodotto derivato dai fitocannabinoidi disponibile su prescrizione medica in Australia, e contiene THC e CBD in rapporto 3:2.
Lo studio coinvolgerà un totale di 50 pazienti affetti da demenza o morbo di Alzheimer di età superiore ai 65 anni in varie strutture di cura in tutta Perth. L’obiettivo specifico è quello di valutare i potenziali benefici comportamentali di CogniCann su questi pazienti e i risultati sono attesi per la primavera del 2021.
«Se avrà successo, CogniCann® ha il potenziale per avere un impatto positivo sulla vita dei pazienti e di chi li assiste in tutto il mondo e contribuire a una nuova strada di ricerca e sviluppo clinico per affrontare le sfide degli effetti della demenza e del morbo di Alzheimer», ha sottolineato Roby Zomer, co-fondatore e amministratore delegato di MGC Pharma.
A sostegno di questa tesi, ci sono diverse pubblicazioni scientifiche interessanti. In uno studio del 2014 pubblicato su Neuron i ricercatori hanno osservato che le placche beta-amiloidi, considerate come il marker principale del morbo di Alzheimer, compromettono percorsi della memoria interferendo con la normale attività degli endocannabinoidi. Secondo un importante studio effettuato in vitro e pubblicato nel 2016 su Aging and Mechanisms of the Disease i cannabinoidi combattono e aiutano a eliminare la proteina tossica beta amiloide, che causa questa forma di demenza.
Infine, in uno studio del 2017, i ricercatori hanno scoperto che bassi dosi di THC hanno ripristinato le funzioni cognitive dei topi anziani: «Sia a 12 che 18 mesi di età i topi che avevano ricevuto il THC hanno mostrato funzioni cognitive paragonabili a quelle dei giovani di soli due mesi», hanno scritto i ricercatori nello studio pubblicato su Nature Medicine.
Fonte: cannabisterapeutica.info