Cannabis e patente: pene certe, ma i test non sono uniformi
La denuncia di Meglio Legale che spiega come i controlli di polizia e carabinieri saranno differenti portando a possibili incongruenze nei risultati
I test antidroga di cui saranno dotati polizia e carabinieri a partire dal 14 dicembre, giorno in cui entra in vigore il nuovo codice della strada, sono diversi e potrebbero dare risultati con esiti differenti, minando l’impianto della legge fortemente voluta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
La denuncia arriva da Meglio Legale con la portavoce Antonella Soldo che ha raccontato che: «Analizzando i bandi di approvvigionamento per i test antidroga, abbiamo scoperto che carabinieri e polizia utilizzeranno due sistemi diversi. Questo significa che, a seconda di chi effettuerà i controlli, si potranno ottenere risultati divergenti, senza un criterio unico di riferimento».
TEST ANTIDROGA DIFFERENTI PER POLIZIA E CARABINIERI
Secondo Antonella, infatti, che ha approfondito la questione con un articolo per la testata Domani, «l’Arma dei Carabinieri acquista per 1,5 milioni di euro 51mila test salivari del tipo “DrugWipe 5S”, tamponi salivari che, grazie all’uso di un reagente, sono in grado di rilevare l’assunzione di cinque sostanze stupefacenti, specificando quale tra: cannabis, oppiacei, cocaina e anfetamine/metanfetamine (compresi MDMA ed ecstasy). Il risultato del test è visibile in otto minuti ed è positivo se la concentrazione nella saliva di THC è pari a 10 ng/ml o superiore. La polizia stradale invece sceglie un altro metodo: dei rilevatori portatili prodotti da Abbott che rilevano la positività a sei tipi diverse di sostanze (anfetamina, benzodiazepine, cannabis, cocaina, metanfetamina, oppiacei). Il limite di rilevabilità per ogni sostanza è diverso, quello per la cannabis è 25 ng/ml».
«Per capirci – riassume – se hai consumato cannabis e ti fermano i carabinieri è più probabile che tu risulti positivo rispetto a se ti ferma la polizia».
IL TAVOLO TECNICO PER I PAZIENTI
Intanto, l’ultima novità, è il tavolo tecnico per tutelare i pazienti che assumono farmaci stupefacenti, come la cannabis, convocato dal ministero dei Trasporti.
«Che fosse necessaria una deroga per chi con la Cannabis si cura Salvini lo sapeva già, fanno notare da Più Europa evidenziando che: «In fase di audizione aveva già ascoltato medici esperti e associazioni di pazienti. Ma non ha accolto queste istanze. E anzi le ha respinte anche quando aveva la possibilità di accogliere emendamenti, come il nostro, che prevedevano una deroga per i pazienti».
«Oggi qualcuno, fuori tempo massimo, deve avergli fatto notare che questo pastrocchio giuridico sarebbe stato abbattuto in tribunale al primo ricorso presentato. E allora prova a mettere una pezza», sottolineano da Più Europa spiegando che ora i tribunali smonteranno anche il resto della norma.
Secondo il partito, «la realtà è che tutta la riforma dell’articolo 187 del codice della strada è spinta da sciatteria ideologica: prevedere l’arresto fino a un anno, una multa fino a 6 mila euro e il ritiro immediato della patente per 3 anni per chi risulti positivo alla cannabis ma magari ha assunto la sostanza 80 ore prima (tanto a lungo può restare rintracciabile il THC nella saliva) avrà impatti devastanti su tutto il sistema della giustizia, oltre che sulle vite di molte persone».