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Cannabis e paranoia: un legame ancora poco conosciuto

Perché alcune persone diventano paranoiche con la Cannabis e altre trovano sollievo: effetti, cause e consigli per un uso consapevole

cannabis e paranoia

Pubblichiamo qui di seguito un articolo scritto da Adam Oubkou di Fact Farm Cbd, che esplora il rapporto tra cannabis e paranoia, analizzando il ruolo del THC e del CBD, il set e il setting e l’importanza del rapporto THC:CBD

Un individuo paranoico potrebbe interpretare commenti innocui o coincidenze come situazioni piene di significato o intenzioni malevole. La paranoia si nutre della percezione di essere oggetto di attenzione mirata e di intenzioni ostili, fondendo la sensazione di essere presi di mira con quella di essere al centro di un’attenzione non richiesta. Persone caratterialmente inclini alla nevrosi, alla diffidenza o già motivate da ragioni di sospetto, risultano maggiormente esposte al rischio di vivere episodi di paranoia indotti dalla Cannabis. La paranoia segna un distacco dalla realtà condivisa, conducendo alla nascita di pensieri irrazionali. Tale condizione può manifestarsi in numerosi contesti: disturbi psichiatrici, quali il disturbo bipolare o alcune forme di schizofrenia, ma anche esperienze traumatiche, predisposizioni mentali, o stili di vita poco equilibrati (stress cronico, insonnia, alimentazione inadeguata, sedentarietà, ecc.).

CANNABIS PER LA GESTIONE E IL TRATTAMENTO DEI SINTOMI DI ANSIA E PARANOIA

La ricerca sulla Cannabis e il suo potenziale terapeutico per ansia e paranoia ha fatto passi significativi, sebbene ci sia ancora molto da esplorare. Diverse osservazioni e studi hanno evidenziato:

1. Ruolo del THC: il THC, principale componente psicoattivo della Cannabis, svolge un ruolo fondamentale nel trattamento dell’ansia e della paranoia, ma è essenziale che venga somministrato a dosaggi bassi o in associazione a un rapporto bilanciato di CBD. È stato dimostrato che varietà e prodotti con alte concentrazioni di THC, senza un’adeguata compensazione di CBD, possono generare l’effetto opposto, accentuando ansia e paranoia piuttosto che alleviarle.

2. Ruolo del CBD: il CBD, invece, si distingue per la sua capacità di prevenire e trattare stati d’ansia, indipendentemente dal dosaggio. A differenza del THC, il CBD esercita un’azione calmante sia a dosi elevate che ridotte, senza indurre effetti psicoattivi indesiderati.

3. Benefici sulla gestione dell’ansia e della paranoia: molti consumatori di Cannabis riportano un miglioramento dei sintomi legati all’ansia e alla paranoia, soprattutto in contesti sociali. Studi scientifici hanno confermato in più occasioni che, in determinate condizioni, l’uso della Cannabis può avere un effetto calmante e benefico su questi disturbi.

IL RUOLO DEL THC

La Cannabis possiede la capacità di amplificare le emozioni interiori, trascinando la mente verso uno stato di “allontanamento dalla realtà”. È, però, fondamentale chiarire che l’affermazione secondo cui “tutta la Cannabis amplifica l’ansia e la paranoia” è inesatta. Da tempo, infatti, questa pianta viene utilizzata nel trattamento dell’ansia e di stati paranoici; la chiave per comprendere tale ambiguità risiede nelle sue componenti chimiche. Sorge dunque una domanda fondamentale: quale elemento all’interno della Cannabis provoca lo stato di alterazione comunemente definito “high”?

La risposta risiede nel THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), una molecola che interagisce con i recettori cannabinoidi presenti nelle aree emotive del cervello, in particolare nell’amigdala: questa regione è deputata alla gestione delle emozioni e delle risposte a paura, stress e paranoia. Il THC, legandosi ai recettori cerebrali, può generare esperienze emotive contrastanti, talvolta ansiogene, talvolta benefiche; la reazione varia in base alla persona e al contesto, dipendendo sia dallo stato d’animo pregresso sia dalle circostanze in cui avviene il consumo. In alcuni casi, il THC può sovrastimolare i percorsi neurali, innescando stati di ansia; in altri, può agire positivamente sui recettori CB1, favorendo una profonda sensazione di benessere. Non vi è nulla di deterministico o universale in tali effetti: essi dipendono da una complessa rete di fattori che intrecciano le esperienze, le emozioni e lo stile di vita del consumatore. È cruciale sottolineare che la Cannabis non crea paranoia, ma, piuttosto, la amplifica. Questo significa che i sintomi paranoici sono spesso già latenti, presenti nel soggetto ancor prima del consumo, benché inconsapevolmente. Spesso, l’uso di Cannabis porta alla luce paure e pensieri radicati nella psiche, che restavano inespressi o repressi fino a quel momento.

Domandarsi le cause profonde dell’insorgenza di tali pensieri paranoici è un passo essenziale per comprendere meglio sé stessi. Tale consapevolezza, nel tempo, può rappresentare un valido strumento per contrastare la comparsa di episodi spiacevoli. Ogni disordine mentale, infatti, si accompagna a un corrispondente riflesso somatico: non esiste una problematica psicologica che non trovi una manifestazione nel corpo.
Dopo l’assunzione di Cannabis (sia fumata che ingerita), alcuni sperimentano ansia, paranoia o panico, mentre altri percepiscono solo rilassamento, euforia e connessione interiore; questo dato dimostra che non vi è una causa genetica determinante alla base della paranoia da Cannabis. Gli episodi paranoici, piuttosto, sembrano essere legati a fattori psicosomatici e di contesto, come uno stile di vita squilibrato o abitudini poco salutari, che influiscono sulla salute mentale e sull’interazione con questa pianta.

La Cannabis, in definitiva, riflette la paranoia di una cultura intrinsecamente paranoica. Vivere in un ambiente sociale fondato sul timore, la vergogna e la diffidenza amplifica l’esperienza paranoica indotta dalla pianta. Tuttavia, proprio in questo contesto, la Cannabis può rivelarsi uno strumento per esplorare la percezione della vita oltre il rischio e la paura. La paranoia da Cannabis può rappresentare una guida verso la consapevolezza delle paure nascoste nel nostro corpo: questi stati di coscienza, per quanto inquietanti, possono condurre a un viaggio interiore fondamentale, verso l’elaborazione delle storie irrisolte che alimentano rabbia, vergogna e dolore. La Cannabis non si limita a farci sentire meglio: ci insegna a sentire meglio noi stessi. Come già detto, i pensieri paranoici rappresentano un distacco dalla realtà e, considerando che la Cannabis possiede intrinsecamente la capacità di “allontanarci” dalla realtà stessa, il risultato che si ottiene su un individuo predisposto a tali pensieri, spesso, e prevedibilmente, non risulta né positivo né piacevole. È importante chiarire che gli individui inclini alla paranoia sperimenterebbero la medesima tipologia di pensieri negativi anche senza l’assunzione di Cannabis; tuttavia, questa pianta accelera e amplifica tali processi, fungendo da catalizzatore e da perfetto anello di congiunzione con i pensieri cognitivi negativi.

SET E SETTING

Esistono, però, accorgimenti e soluzioni per minimizzare, o persino prevenire, l’insorgenza di paranoia durante il consumo, rendendo l’esperienza più piacevole e conforme al suo potenziale. Un aspetto cruciale da considerare a tal proposito è il concetto di set e setting: l’importanza di questi due elementi nel consumo di Cannabis può risultare determinante per chi è predisposto a vivere esperienze spiacevoli, poiché rappresentano strumenti utili a prevenire gli effetti indesiderati e a favorire un’interazione positiva con la pianta.
Con il termine “set” si fa riferimento a una gamma di variabili soggettive, come l’attitudine personale, le aspettative, le disposizioni interiori e le credenze relative alla Cannabis, al suo valore e agli effetti percepiti. “Setting”, invece, descrive il contesto in cui avviene il consumo: non solo l’ambiente fisico, ma anche le condizioni sociali e culturali che influenzano l’esperienza, inclusi fattori quali lo status giuridico del consumo nel Paese di riferimento. Un ulteriore aspetto che merita particolare attenzione è quello della consapevolezza. La consapevolezza del proprio stato mentale, delle aspettative e delle motivazioni legate al consumo può avere un ruolo cruciale nella qualità dell’esperienza, influenzandone sia gli effetti sia la capacità di raggiungere eventuali obiettivi prefissati, anche se si tratta di un consumo esclusivamente ricreativo. Consapevolezza e autocontrollo diventano così caratteristiche essenziali per chi desidera utilizzare la Cannabis, sia per scopi medici sia ludici. Non si può prescindere, infatti, dall’intento mentale e dalle condizioni ambientali che circondano il consumatore, poiché questi elementi interagiscono direttamente con la natura degli effetti percepiti.

Dal punto di vista fisiologico, il THC, una volta assorbito dall’organismo, produce una serie di cambiamenti che, sebbene non estremi, possono comunque influire sull’esperienza: tra questi, si osserva una respirazione più lenta e corta, accompagnata da un incremento della frequenza cardiaca. Questi effetti fisiologici, se non correttamente compresi, potrebbero amplificare uno stato paranoico latente, esacerbando l’ansia del consumatore. Tuttavia, analizzando più in profondità tali cambiamenti, si nota che essi riflettono una modulazione dell’attività del sistema nervoso: la respirazione lenta e più profonda, ad esempio, è un chiaro segno dell’aumento dell’attività parasimpatica, che si verifica quando il corpo entra in uno stato di rilassamento. Gli alveoli polmonari si espandono, permettendo un’efficace eliminazione dell’aria stantia e garantendo una maggiore ossigenazione. Questo processo è supportato dal rilassamento dei muscoli scheletrici, inclusi quelli della gabbia toracica, facilitato dalle proprietà miorilassanti della Cannabis. Parallelamente, si verifica un incremento dell’attività simpatica, che porta a un’accelerazione del battito cardiaco: questo fenomeno consente al sangue, ora più ricco di ossigeno, di essere distribuito in modo più rapido ed efficace in tutto l’organismo.

È dunque evidente che i cambiamenti fisiologici indotti dalla Cannabis non sono di per sé dannosi, ma vanno interpretati alla luce delle condizioni soggettive e ambientali in cui avviene il consumo. Set e setting, consapevolezza e autocontrollo si configurano come gli strumenti fondamentali per modulare l’esperienza e garantire che essa resti un momento di connessione, esplorazione o semplice rilassamento, piuttosto che trasformarsi in un’esperienza angosciante.

IL RUOLO DEL CBD

Finora abbiamo analizzato il THC come molecola principale responsabile dell’amplificazione delle nostre emozioni interne, senza però soffermarci sul ruolo fondamentale del CBD (Cannabidiolo). In combinazione con il THC, il CBD ha dimostrato di poter attenuare l’ansia indotta dal THC stesso, influendo anche sui suoi effetti eccitanti, rallentandone l’insorgenza o persino annullandoli, a seconda del rapporto di assunzione tra i due cannabinoidi.

Numerosi studi hanno evidenziato che la paranoia associata al consumo di THC risulta significativamente ridotta o del tutto eliminata con l’assunzione di CBD per via orale. Pertanto, la combinazione tra CBD e THC rappresenta un potenziale equilibrio in grado di sostenere il benessere psico-fisico, limitando al contempo eventuali effetti collaterali del THC, come ansia, tachicardia e paranoia. Un elemento comune a tutti i casi di ansia e paranoia è il ruolo dei recettori 5-HT e del neurotrasmettitore serotonina, spesso definita “l’ormone del buonumore”. Questo neurotrasmettitore regola direttamente i livelli di ansia attraverso l’attivazione dei recettori 5-HT e viene rilasciato naturalmente durante attività che stimolano il benessere, come l’esercizio fisico o l’intimità sessuale. Recenti scoperte hanno dimostrato che il CBD interagisce con questi stessi recettori, modulando la trasmissione serotoninergica e contribuendo a una regolazione dell’umore. È stato inoltre concluso che ripetute somministrazioni di CBD a basso dosaggio riducono l’ansia attivando i recettori 5-HT, evidenziando il suo ruolo terapeutico.

L’IMPORTANZA DEL RAPPORTO CBD:THC

Un aspetto cruciale per prevenire i sintomi che preludono a un evento paranoico risiede nel rapporto tra CBD e THC. Come accennato, modificare tale rapporto influisce notevolmente sul modo in cui la Cannabis interagisce con il corpo e la mente.

Di seguito analizziamo i principali rapporti CBD:THC e le relative implicazioni.

• CBD:THC 1:0
Le genetiche e i prodotti con questo rapporto sono privi di effetti psicotropi o di “high”, ma possono influire positivamente sul tono dell’umore. Questa tipologia di combinazione offre un grande potenziale terapeutico, in particolare nel trattamento dei disturbi dell’umore, fornendo un’esperienza sicura e priva di alterazioni percettive.

• CBD:THC 1:1
Un equilibrio perfetto tra CBD e THC produce effetti psicotropi molto blandi. Questo rapporto è stato identificato come ideale per il trattamento di numerose patologie, tra cui cancro, insonnia, autismo, fibromialgia e disturbi neurologici come la sclerosi multipla, rappresentando una valida opzione sia per il supporto terapeutico sia per un uso controllato e ricreativo.

• CBD:THC 1:2
Con questa proporzione si sperimenta l’effetto psicotropo del THC, ma la presenza significativa di CBD che lo modula, trasforma l’esperienza in uno stato di alterazione caratterizzato da una sensazione rilassante e priva di quei tratti ansiosi o paranoici che potrebbero verificarsi con genetiche ad alto contenuto di THC e rapporto CBD:THC pari a 0:1.

• CBD:THC 2:1
Una predominanza di CBD rispetto al THC annulla quasi del tutto gli effetti di “high” del THC, attenuando ansia, paranoia ed euforia. Questo tipo di prodotto è ideale per pazienti sensibili o per coloro che desiderano evitare qualsiasi forma di alterazione percettiva. Con alte concentrazioni di CBD, gli effetti psicotropi risultano talmente blandi da essere spesso impercettibili.

• CBD:THC maggiore di 10:1
Per alcune condizioni cliniche, come depressione, ansia, disturbi convulsivi pediatrici e spasmi, si sono osservati buoni risultati con rapporti di CBD:THC superiori a 10:1. Anche genetiche di Cannabis ad alto contenuto di CBD, associate a basse quantità di THC, si sono dimostrate particolarmente efficaci per queste patologie.

• CBD:THC maggiore di 1:10
Le genetiche caratterizzate da un elevato contenuto di THC risultano più indicate per un utilizzo ricreativo. Tuttavia, alcune persone potrebbero trarne beneficio per condizioni specifiche, come emicrania, nausea, insonnia, sintomi del glaucoma, gestione dello stress e dolore cronico.

In ultima analisi, il rapporto tra CBD e THC è determinato principalmente dalla genetica della pianta di Cannabis. Ogni pianta possiede un codice genetico unico che stabilisce il modo in cui produrrà questi due composti. Come nella maggior parte delle piante, anche nella Cannabis ogni gene si presenta in duplice copia, definendo così le caratteristiche specifiche del suo profilo chimico. La comprensione di questi rapporti e delle loro implicazioni è fondamentale per un uso consapevole e mirato della Cannabis, che può così diventare non solo un supporto terapeutico efficace, ma anche un’esperienza ludica sicura e appagante.

COME APPROCCIARSI ALLA CANNABIS?

Un’altra possibile causa di paranoia può essere individuata nel senso di disorientamento che alcune persone, in particolare i consumatori non abituali o predisposti, possono sperimentare nello stato di coscienza alterato indotto dalla Cannabis. Tale stato, più espanso e ricco, può risultare destabilizzante per chi è abituato a vivere entro i confini rassicuranti della rigidità dei dogmi sociali. Si passa da un’esistenza contenuta in schemi prevedibili e familiari a una condizione più vasta e luminosa, ma anche meno gestibile, più imprevedibile, intrisa di mistero e carica di energia. Una mente che vive in connessione con energie più basse o immersa in un ambiente privo di luce può percepire questa espansione come eccessivamente intensa, quasi opprimente. La paranoia, a ben vedere, è essenzialmente sinonimo di paura: una costruzione complessa e articolata, ma pur sempre radicata nella paura. Quest’ultima, a sua volta, è il fedele scagnozzo dell’ego, impegnato costantemente a difendere la “fortezza” che lo identifica e lo protegge. Abbiamo paura dello spazio, dello sconosciuto, di lasciar andare le nostre strategie di controllo, paura della dissoluzione di quella personalità limitante che abbiamo costruito con tanta cura nel corso degli anni. La Cannabis, agendo come un autentico “siero della verità”, può rivelarsi un potente catalizzatore: per chi è sensibile o introspettivo, essa può sollevare il velo, offrendo intuizioni profonde sul proprio comportamento. Questa riflessione può, a sua volta, aprire il cuore, mostrando con umiltà i propri errori e i passi falsi. Tuttavia, più si è identificati con l’ego, più è difficile accogliere l’azione dissolutiva ed espansiva della Cannabis. Ciò risulta particolarmente evidente quando si consumano estratti o varietà con un alto contenuto di THC, o quando il dosaggio è elevato. La stabilità interiore, se fortemente ancorata all’ego, si scontra con l’apertura richiesta da questa esperienza, generando resistenza e, spesso, paranoia. Per ridurre tali difficoltà, è consigliabile utilizzare la Cannabis in un ambiente privo di distrazioni, creando le condizioni ideali per favorire la sua azione illuminante. In questo contesto, la pianta può aiutarci a vedere la verità e a riconnetterci con uno spazio più ampio, meno vincolato dalle dinamiche egoiche.

COSA FARE QUANDO SI SPERIMENTA PARANOIA?

Molte persone concludono che la Cannabis non sia adatta a loro, ma esiste una prospettiva alternativa, potenzialmente trasformativa: essa consiste nel non farsi coinvolgere dai processi mentali che alimentano la paura e la resistenza.

In termini semplici, si tratta di lasciar andare i pensieri, consentendo al respiro di riequilibrare mente e corpo. Permettere alla Cannabis di svolgere il suo lavoro, sia a livello energetico che fisiologico, senza opporre resistenza mentale, può rivelarsi una pratica profondamente terapeutica. La capacità di lasciare fluire l’esperienza, senza giudizio o attaccamento, apre la strada a un processo di guarigione che va oltre i limiti dell’ego, aiutandoci a riconnetterci con una realtà più ampia e autentica.

L’IMPORTANZA DELLA REGOLAMENTAZIONE DELLA CANNABIS

Vivere in un Paese in cui la Cannabis è regolamentata e legale a livello giuridico potrebbe incidere positivamente sull’esperienza dei consumatori, migliorando la sicurezza e la consapevolezza nell’uso di questa pianta. La possibilità di accedere a un mercato controllato garantisce numerosi vantaggi, tra cui un maggiore controllo sulla qualità, sulla provenienza e sul contenuto specifico dei prodotti. Ciò favorisce una ricerca mirata e responsabile della varietà più adatta alle esigenze individuali di ogni consumatore, riducendo il rischio di esperienze spiacevoli o indesiderate.

Un aspetto cruciale da considerare riguarda il rapporto tra legalità e qualità del prodotto. Nei Paesi dove la Cannabis rimane illegale, le mafie e le organizzazioni criminali hanno progressivamente selezionato genetiche con un’alta percentuale di THC e una sempre più ridotta presenza di CBD. Questa tendenza risponde alla domanda di prodotti estremamente potenti, ma spesso ignora il delicato equilibrio tra i cannabinoidi che può determinare effetti benefici o controproducenti per la salute mentale. In questo contesto, la legalizzazione della Cannabis e una regolamentazione adeguata assumono un ruolo centrale. Un mercato regolato consente di accedere a prodotti con rapporti controllati di CBD e THC, riducendo drasticamente i rischi associati a varietà sbilanciate. Questo scenario favorisce non solo un consumo più responsabile, ma anche un approccio terapeutico più mirato, garantendo ai consumatori l’accesso a informazioni precise e affidabili sui prodotti che scelgono. Al contrario, nei mercati illegali, la predominanza di varietà con elevate concentrazioni di THC, spesso selezionate da organizzazioni criminali, espone i consumatori a un rischio maggiore di effetti collaterali, tra cui ansia e paranoia. È fondamentale, dunque, promuovere la consapevolezza sui benefici di una regolamentazione che metta al centro la salute del consumatore, attraverso la valorizzazione di genetiche equilibrate e sicure.

La regolamentazione della Cannabis, dunque, non rappresenta soltanto un’opportunità per contrastare i mercati illegali, ma anche uno strumento per valorizzare il potenziale terapeutico di questa pianta. L’attenzione alla qualità, alla composizione e al rapporto tra i cannabinoidi, unita a un uso consapevole, può trasformare la Cannabis in un alleato nella gestione di disturbi come ansia e paranoia, favorendo al contempo un consumo più sicuro e responsabile.

LA CANNABIS: UNA FONTE DI EQUILIBRIO

In conclusione, la Cannabis si rivela non solo una pianta, ma un ponte verso stati di coscienza più vasti, uno specchio che riflette tanto le nostre fragilità quanto il nostro potenziale di guarigione. La sua interazione con il sistema endocannabinoide umano, una complessa rete neurofisiologica naturalmente presente nel nostro corpo, suggerisce che la sua azione non sia solo farmacologica, ma anche energetica, capace di stimolare l’equilibrio tra corpo, mente e spirito. In questo senso, usarla con consapevolezza, rispetto e in contesti che favoriscano l’espansione piuttosto che il conflitto, può trasformare il suo effetto da sfida a occasione per un’evoluzione interiore e un allineamento con le frequenze più autentiche della nostra natura.

Articolo a cura di Adam Oubkou di Fact Farm Cbd

 

BIBLIOGRAFIA

Stephen Gray. Cannabis e Spiritualità: guida all’esplorazione di un’antica pianta maestra,
Roma, Spazio Interiore Editore, 2019.

L. Leinow e J. Birnbaum. Il grande libro della Cannabis Medicinale: la guida completa del CBD, Milano, Edizioni Sonda, 2022.



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