Cannabis, scoperto nuovo cannabinoide, prende il nome di cannabielsoxa
La scoperta è stata annunciata da un gruppo di ricercatori sudcoreani in una recente pubblicazione scientifica
La cannabis, fucina di principi attivi, non smette mai di stupire. L’ultima novità arriva da uno studio scientifico portato avanti da un gruppo di ricercatori sudcoreani, che hanno annunciato la scoperta di un nuovo cannabionide che prende il nome di cannabielsoxa.
CANNABIS CONTRO IL GLIOBLASTOMA, SCOPERTO IL NUOVO CANNABINOIDE CANNABIELSOXA
Il gruppo di studio, composto da ricercatori della Wonkwang University , del Ministero coreano per la sicurezza alimentare e dei farmaci e di altre istituzioni, ha pubblicato uno studio sulla rivista Pharmaceuticals, raccontando l’origine del nuovo composto, in uno studio che stava valutando l’attività di 11 composti della cannabis nel trattamento del neuroblastoma, tumore pediatrico tra i più aggressivi.
Nella notizia lanciata ma Marijuana Moment ricercatori hanno utilizzato tecniche cromatografiche per isolare i composti. Hanno quindi esaminato le loro strutture molecolari e utilizzato un metodo di test metabolico per valutarne la tossicità per le cellule di neuroblastoma. Tra gli 11 composti analizzati, alcuni erano già conosciuti come CBD, CBDA e delta-8 THC, mentre altri non erano noti, come il cannabielsoxa, e un nuovo composto simile al cloro. Ad ogni modo i ricercatori hanno scoperto che sette, di questi 11, “hanno rivelato una forte attività inibitoria”.
I risultati delle analisi antitumorali «hanno dimostrato che i composti cannabinoidi hanno effetti inibitori più forti sulle cellule di neuroblastoma rispetto ai composti tipo cloro», si legge nell’articolo.
Tuttavia, il nuovo cannabinoide, cannabielsoxa, non rientrava tra i composti che i ricercatori hanno identificato come potenzialmente efficaci per sconfiggere le cellule di neuroblastoma.

CANCRO E RICERCA
Pochi giorni fa su Frontiers in Oncology è stata pubblicata la più grande meta analisi su cannabis e cancro, a partire da oltre 10mila studi realizzati in precedenza. Uno studio è destinato a cambiare la narrativa sulla cannabis terapeutica: da semplice strumento palliativo per la gestione dei sintomi, a possibile alleato attivo nella terapia oncologica.
Nella pubblicazione infatti, oltre a riportare tutti i benefici noti dell’utilizzo della cannabis come coadiuvante nelle terapie oncologiche, viene messo l’accento anche sulle prorpietà antitumorali di diversi cannabinoidi evidenziate da centinaia di studi in vivo e in vitro. Ecco perché gli stessi ricercatori chiedono che venga avviata una seria sperimentazione clinica sui pazienti. I ricercatori sono convinti che: «Il forte consenso a favore dell’uso terapeutico della cannabis, in particolare nel contesto del cancro, suggerisce che esista una solida base scientifica per rivalutare lo status legale della cannabis».
NUOVI CANNABINOIDI: LE SCOPERTE ITALIANE
Le ultime grandi scoperte nel campo di nuovi cannabionidi sono state fatte da ricercatori italiani guidati dal chimico Giuseppe Cannazza e dal farmacologo Livio Luongo.
Alla fine del 2019 era infatti arrivata la scoperta del THCP, 33 volte più attivo del THC e a dosi più basse e con una maggior attività farmacologica. L’anno successivo è stata la volta della scoperta di una nuova classe di cannabionidi, con i primi due identificati che avevano preso il nome di THCH e CBDH, tanto da far esclamare al professor Cannazza che la cannabis è “una piccola industria che possiamo dirigere verso patologie specifiche, a seconda della composizione”.