Cannabis: meglio prestare attenzione alle conseguenze del fumo passivo
È da apprezzare lo sforzo di tantissime persone che, una volta diventati genitori, scelgono di abbandonare il tabacco per amore dei propri figli in modo da salvaguardare sé stessi e la salute di questi ultimi. Secondo alcuni studi condotti in America, infatti, è in diminuzione il fenomeno del fumo passivo da tabacco all’interno delle mura domestiche. Al contrario, però, viene rilevato un aumento nel consumo passivo di cannabis.
Secondo una nuova ricerca della Columbia University, la percentuale di mamme e papà che fumano marijuana è passata dall’11% nel 2002 al 17% nel 2015. In particolare, dal 5% al 7% quella dei genitori con figli ancora in casa.
È quindi bene riflettere sul fatto che, anche se la cannabis sia considerata molto meno nociva del tabacco, il fumo passivo potrebbe comunque incidere negativamente sulla salute. Tanto più perché la cannabis è spesso mescolata al tabacco. Uno studio del 2016 condotto dall’American Heart Association che coinvolge i ratti ha rilevato che un minuto di fumo di marijuana “di seconda mano” altera le funzioni vascolari fino a 90 minuti.
«L’aumento del consumo di cannabis può compromettere i progressi nel limitare l’esposizione al fumo passivo», scrive in un comunicato stampa Renee Goodwin, epidemiologo psichiatrico della Mailman School of Public Health della Columbia University.
Anche se gli studi non specificano la distanza dei genitori dai figli nel momento in cui fumano, è presumibile pensare che, data l’illegalità nella maggior parte dei paesi della sostanza negli spazi pubblici, essi lo facciano in casa. «È bene far riflettere i genitori sui rischi del fumo passivo, impartendogli una giusta educazione al riguardo in modo che possano acquisire la corretta consapevolezza dei rischi provocati dal fumo passivo», conclude Goodwin.
Senza ombra di dubbio, ogni genitore ama i propri figli come sé stesso (se non di più) e non vorrebbe mai mettere a repentaglio la loro salute. Acquistare conoscenza sarà quindi il primo passo per poter dare il buon esempio e istruire ad un consumo corretto e responsabile, ma soprattutto per inculcare alle generazioni future l’altruismo e la consapevolezza che la propria libertà finisce dove comincia quella del prossimo.