Cannabis e malattie neurodegenerative: “bisogna garantire le cure ai pazienti”
Riunitisi per una conferenza internazionale, degli esperti da tutto il mondo hanno espresso l'urgenza di estendere l'elenco delle patologie neurodegenerative a cui si riserva il trattamento con cannabis terapeutica
Lo scorso 8 settembre, al Palazzo Provinciale 1 di Bolzano, si è tenuta una conferenza internazionale sulla cannabis terapeutica per trattare le malattie neurodegenerative e disturbi dello sviluppo neurologico.
Gli esperti, provenienti dall’Italia e dall’estero, hanno portato la propria esperienza nella pratica medica e presentato le nuove scoperte scientifiche fatte nel trattare la sclerosi multipla, la demenza, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, la sindrome di Gilles de la Tourette, l’ADHD o l’emicrania con la cannabis.
MALATTIE NEURODEGENERATIVE: CON LA CANNABIS MIGLIORA LA QUALITÀ DI VITA DEI PAZIENTI
“L’obiettivo è garantire ai pazienti il diritto a cure mediche alternative con la cannabis terapeutica. Ecco perché invitiamo i politici e l’amministrazione ad adottare misure che consentano e semplifichino l’accesso alle terapie”, si legge dal comunicato rilasciato dall’Associazione Cannabis Social Club Bolzano.
Sebbene infatti la delibera attuale prevede la distribuzione di cannabis terapeutica a carico dell’Azienda Sanitaria Altoatesina solo per la sclerosi multipla e la sindrome di Tourette, “è proprio nel campo delle malattie neurodegenerative che medici e ricercatori sono alla ricerca di nuove opzioni terapeutiche“.
Questo perché “la componente medicinale della pianta – si è dimostrata efficace – sia per la prevenzione che per alleviare i sintomi, offrendo così ai pazienti numerosi vantaggi e un miglioramento della qualità della vita“, evidenziano gli esperti.
Attualmente, secondo le informazioni del Servizio Sanitario Altoatesino, la marijuana medica a carico del servizio sanitario viene prescritta nel 95% dei casi come terapia del dolore, mentre “sono trascurabili le prescrizioni ad esempio per patologie come la sclerosi multipla o la sindrome di Tourette”.
Ciò accade sebbene, “soprattutto in neurologia”, bisognerebbe aprirsi alle terapie con la cannabis, visto che “i pazienti spesso devono sottoporsi a terapie con effetti collaterali significativi o sono addirittura irraggiungibili da qualsiasi terapia”.
MARIJUANA PER SCOPI MEDICI: L’URGENTE BISOGNO D’INTEGRARE NUOVE PATOLOGIE
“In considerazione del diritto dei pazienti a cure mediche adeguate e in riferimento al punto 4.1 del DM 9 novembre 2015, che prevede ogni due anni l’aggiornamento delle evidenze scientifiche“, gli esperti presenti alla conferenza internazionale richiedono che l’utilizzo di cannabis terapeutica venga esteso anche alle seguenti patologie:
- ADHD
- Epilessia
- Morbo di Parkinson
- Demenza e malattia di Alzheimer
- Mal di testa e emicrania a grappolo
L’appello presentato dai medici è rivolto al “futuro Assessore/a alla Sanità, affinché la prescrizione di cannabis terapeutica sia a carico del servizio sanitario nazionale anche per le patologie qui elencate”.
Mentre al futuro rappresentante politico del settore sanitario altoatesino si chiede l’istituzione di “un centro di consulenza che promuova in modo efficiente e tempestivo l’uso della marijuana per scopi medici. – Inclusa la formazione di un team competente, che da un lato applichi le conoscenze specialistiche sulla cannabis terapeutica e, dall’altro, le trasmetta al personale medico dell’Azienda Sanitaria”.