Cannabis light: un growshop ha querelato Matteo Salvini per diffamazione
Una querela per diffamazione nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini in seguito alle sue affermazioni contro i negozi che vendono cannabis light.
E’ l’azione intrapresa da Gessica Berti, titolare di un growshop a Budrio (provincia di Bologna).
La querela – che secondo le parole della titolare nei prossimi giorni sarà presentata anche da altri growshop italiani – prende le mosse dalle parole pronunciate da Salvini l’8 maggio scorso, quando con riferimento ai cosiddetti cannabis shop disse: “Io non aspetto i tempi della giustizia, la droga è un’emergenza nazionale devastante e dunque dobbiamo usare tutti i metodi democratici per chiudere questi luoghi di diseducazione di massa. Sono negozi dove ci sono droghe e che sono un incentivo all’uso e allo spaccio di sostanze. Ora usiamo le maniere forti”.
Gessica Berti, titolare del negozio Weedoteca, si è quindi recata dai carabinieri per sporgere querela “relativa a diffamazione e altri reati ravvisabili” e dando anche la propria disponibilità a costituirsi parte civile in un eventuale processo.
Le frasi di Salvini, si legge nella denuncia presentata, sono “diffamatorie per la mia persona e per la mia categoria, in quanto nel mio negozio non si spacciano droghe e non è un luogo di diseducazione”. Non sappiamo se la querela possa trovare un seguito positivo, ma di certo si tratta di un atto di coraggio che potrebbe essere raccolto e condiviso da tanti altri negozianti del settore.