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Cannabis Light: la Finanza sta continuando a fare sequestri in tutta Italia

Continuano sequestri di merce e denunce ai danni degli operatori del mondo della “cannabis light”, in una ondata repressiva che ha colpito sia semplici negozianti che aziende del settore. Dopo il caso di Vieste risultano almeno altri quattro i negozi interessati dalle operazioni di polizia, mentre due aziende si trovano alle prese con i sequestri e i controlli delle autorità.

Cannabis Light: la Finanza sta continuando a fare sequestri in tutta Italia

Negli ultimi giorni due aziende che operano commerciando canapa a basso contenuto di THC di provenienza svizzera hanno avuto a che fare con le forze dell’ordine. Il primo caso ha riguardato il divieto opposto dai doganieri italiani all’importazione di una partita di cannabis, gli agenti di frontiera hanno sequestrato la merce impedendo che fosse importata, pur senza contestare alcun capo di accusa all’azienda importatrice.

Più grave il secondo caso: nella giornata di ieri gli agenti della Guardia di Finanza hanno fatto irruzione negli uffici di un’altra azienda italiana che commercia cannabis light. Tutta la cannabis (oltre 40 chilogrammi) è stata posta sotto sequestro e inviata al laboratorio per analizzarne il contenuto di THC, mentre i suoi titolari sono stati denunciati per violazione dell’articolo 73 del Dpr 309/1990, ovvero per spaccio di sostanze stupefacenti.

Lo stesso è avvenuto alcune settimane fa nei confronti di una terza azienda italiana: “Legalweed“. In questo caso la vicenda si è già risolta positivamente: il quintale circa di canapa sequestrata è stata restituita all’azienda dopo le analisi di laboratorio, che hanno accertato come la canapa contenesse concentrazioni di THC inferiori ai limiti di legge, mentre l’accusa per spaccio è ovviamente decaduta.

Cannabis Light: la Finanza sta continuando a fare sequestri in tutta ItaliaNello stesso tempo proseguono le azioni all’interno dei locali commerciali che vendono al dettaglio la cannabis light. Pochi giorni fa vi abbiamo raccontato la vicenda del negoziante di Vieste, che si è visto sequestrare la merce ed appioppare una denuncia per spaccio per il semplice fatto di vendere infiorescenze di canapa legale. Un censimento completo dei negozi che sono stati investiti da provvedimenti analoghi è impossibile, vista la generale e condivisibile volontà dei negozianti coinvolti a non divulgare queste informazioni.  Tuttavia, quello che abbiamo appreso con certezza, è che a Vieste tutti i negozi che vendono cannabis light (almeno altri tre) hanno ricevuto analoga visita da parte dei finanzieri lo scorso 17 marzo, mentre un altro caso si è verificato in Abruzzo, dove gli agenti hanno incriminato il titolare di un Tabacchi per la stessa ragione.

Un quadro che rappresenta la solita situazione all’italiana. La nuova legge sulla canapa (numero 242/2016) pur approvata dopo anni di discussioni parlamentari, non ha prodotto alcuna norma per quanto riguarda la commercializzazione delle infiorescenze di canapa legale, con il risultato di lasciare come al solito ampio spazio discrezionale alle interpretazioni di giudici, procure e forze dell’ordine. Il risultato è una situazione schizofrenica, dove alcuni imprenditori del settore vengono perquisiti e sanzionati mentre altri no, anche se lavorano esattamente allo stesso modo; dove in alcune città si organizzano retate ai danni dei rivenditori; dove alla dogana la canapa d’importazione svizzera ogni tanto viene lasciata passare ed altre volte viene bloccata.

Si rischia di provocare una situazione di panico, potenzialmente in grado di rovinare l’intero settore convincendo i commerciati a non vendere canapa nel timore di ritrovarsi invischiati in processi penali. Una situazione analoga a quella verificatasi anni fa in occasione delle retate contro i grow shop, accusati di favorire il consumo di droghe per il semplice fatto di vendere semi di canapa. Allora tutti i processi si conclusero con assoluzioni e non luoghi a procedere e anche questa volta accadrà con ogni probabilità lo stesso. Si spera prima di provocare nuovi danni irreparabili a tutto il settore.



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