Cannabis light dissequestrata perché senza effetto drogante (nonostante la sentenza della Cassazione)
Un primo significativo provvedimento giudiziario arriva dopo il panico generato dalle sezioni unite della Corte di Cassazione. E si tratta di una buona sentenza: nel nord Italia un Pubblico Ministero ha deciso di dissequestrare e riconsegnare al produttore (l’azienda Mary Moonlight) una partita di cannabis light in quanto “priva di effetto drogante”.
Il decreto del PM, che non si sa se sia stato emesso prima o dopo la sentenza della Cassazione, ne recepisce tuttavia lo spirito, andando a interpretare nel senso auspicato da attivisti e imprenditori del settore una sentenza che in troppi avevano frettolosamente interpretato come una messa al bando del commercio di cannabis light.
La sentenza delle sezioni unite della Cassazione aveva infatti sancito che è da considerare reato la commercializzazione di derivati della cannabis, “salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante”. Il decreto del PM, nel motivare la restituzione della cannabis light che era stata sequestrata ad un commerciante, ha stabilito proprio che la cannabis in questione era priva di effetto drogante, avendo un principio attivo di THC inferiore allo 0,5%, limite che proprio la legge italiana stabilisce come soglia al di sotto della quale la cannabis non è da considerare psicoattiva.
A prescindere dal fatto che la decisione del PM sia antecedente o posteriore alla sentenza della Cassazione, la sostanza non cambia. Secondo l’avvocato Carlo Alberto Zaina: «E’ importante il principio per il quale la soglia sotto allo 0,5% viene considerato privo di effetto drogante, è quella la cosa fondamentale. Anche fosse precedente è una cosa che dà maggior convinzione sul fatto che il limite dello 0,5% è ammesso dalla stessa magistratura».
Si tratta di una decisione che ovviamente non fa giurisprudenza e non può essere considerata sufficiente per rasserenare del tutto il clima che sono costretti a sopportare negli ultimi mesi gli operatori del settore, stretti tra le incertezze della legge e un clima politico sempre più irrespirabile. Tuttavia la decisione del PM è certamente un fatto positivo, che lascia ben sperare in vista delle sentenze future.