Cannabis: la disinformazione del Corriere della Sera
Mentre in tutto il mondo, e per fortuna anche in Italia, il dibattito sulla regolamentazione della cannabis vive una fase di lento ma inesorabile avanzamento, il Corriere della Sera se ne esce con un articolo dal titolo “Schizofrenia, incidenti, malattie: tutti i danni della cannabis”. Il contenuto del pezzo è un sunto di cattivo giornalismo (luoghi comuni elevati al rango di verità, affermazioni scritte senza citare alcuna fonte, ricerche sconfessate dalla stessa comunità scientifica elevate al rango di verità assoluta) il cui obiettivo sembra chiaramente quello di riaffermare come il principale quotidiano italiano continui ad essere fermamente schierato all’interno del fronte proibizionista.
IL CORSERA DA VOCE A UNO STUDIO GIUDICATO NON ATTENDIBILE. Le affermazioni allarmistiche contenute nell’articolo sono inquietanti per numero e contenuto: “la cannabis da dipendenza come l’eroina”, “ogni sei ragazzi che ne fanno uso uno diventa dipendente”, “raddoppia il rischio di incidenti stradali”, fino all’apoteosi, secondo cui l’uso di cannabis “per chi è mentalmente borderline può rappresentare una sorta di roulette russa, capace di risvegliare disturbi psicotici gravi e aumentare i rischi di schizofrenia”. In tutto l’articolo l’unica fonte scientifica utilizzata è una ricerca di Wayne Hall, professore dell’Università del Queensland in Australia, che sul Corriere della Sera viene definito uno dei massimi esperti mondiali sul tema. Peccato che, come fatto notare anche da Carlo Giubitosa sul proprio blog, la ricerca di Wayne Hall sia stata sconfessata anche dal National Health Service (cioè il Servizio Sanitario pubblico del Regno Unito) che l’ha giudicata una ricerca di tipo “narrativo” , cioè redatta analizzando solo le pubblicazioni che davano la possibilità di arrivare alle conclusioni desiderate. Mentre una ricerca attendibile dovrebbe basarsi su un’analisi di tipo “sistemico”, che analizzi cioè tutte le pubblicazioni scientifiche sul tema in esame.
LA CANNABIS AUMENTA IL RISCHIO DI INCIDENTI? Lo stesso National Health Service ha affermato anche che per quanto concerne la cannabis è attualmente difficilissimo procedere a ricerche veramente attendibili sotto il punto di vista scientifico, in quanto “è impossibile avere risultati scientifici sicuri muovendosi in un terreno segnato dall’illegalità”. Del resto basta veramente poco per capire come molte delle affermazioni contenute nell’articolo del Corriere non solo abbiano poco a che vedere con la scienza, ma spesso siano addirittura già state ampiamente sbugiardate da ricerca provenienti dai paesi dove la cannabis è legale. È il caso per esempio dell’affermazione secondo cui l’utilizzo di cannabis “raddoppia il rischio di incidenti stradali”, affermato con incrollabile certezza nell’articolo, mentre i dati in arrivo dal Colorado (dove la cannabis è legale dal gennaio 2014) dimostrano senza timori di smentite come il numero di incidenti stradali avvenuti nei primi sei mesi del 2014 sia addirittura inferiore a quello registrato nel 2013.
LA SCIENZA RACCONTA BEN ALTRO. Allo stesso modo, mentre sul principale quotidiano italiano si sceglie di dare spazio all’opinione secondo cui fumare marijuana alimenti disturbi psicotici e schizofrenia, la realtà ci dice che diverse ricerche scientifiche sono concordi nel sostenere che il Cbd (il principio attivo principale contenuto nella cannabis oltre al Thc) è di grande efficacia proprio nella terapia della schizofrenia, al punto che la casa farmaceutica inglese GW Pharmaceuticals sta sperimentando la cannabis proprio a questo fine. E il cancro ai polmoni che la cannabis provocherebbe? Stesso discorso, la scienza ci racconta una realtà ben diversa da quella raccontata dal Corsera: chi utilizza cannabis corre il rischio di cancro ai polmoni per la semplice ragione che quasi tutti consumano la cannabis fumandola mista al tabacco, ma per chi consuma solo cannabis – fumata o vaporizzata – i rischi di tumori sono sensibilmente inferiori.