Cannabis For Future, il movimento per la legalizzazione della cannabis. Intervista al portavoce nazionale
Nato da quasi un anno il neo-movimento, apolitico e senza scopo di lucro, a favore della legalizzazione della cannabis con l’obiettivo principale di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cannabis è in forte crescita. Cannabis for Future è composto da numerosi attivisti, tutti volontari, che offrono il proprio tempo per far conoscere la cannabis ed informare correttamente su di essa, e gli innumerevoli benefici che la legalizzazione può portare, a quante più persone possibili. In particolare Cannabis for Future diffonde informazioni tramite il volantinaggio o gli eventi informativi gratuiti coordinati dai referenti, presenti in diverse zone d’Italia. Si può quindi partecipare alla causa come referente della propria zona ma anche semplicemente condividendo le informazioni corrette sulla cannabis e diffondendo il buon sapere. Abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea Scagnet, referente nazionale di CFF, per sapere qualcosa di più su questo movimento, necessario e importante per una maggiore apertura nei confronti della cannabis, a quasi un anno dalla sua nascita.
Quanti attivisti siete in tutta Italia? Tutte le regioni sono coperte?
Ad oggi il nostro gruppo Telegram “nazionale” (t.me/cannabisforfuture), che utilizziamo per le comunicazioni e le iniziative ufficiali, conta più di 5.500 membri ed è in costante crescita.
Abbiamo creato anche gruppi Telegram “regionali”, uno per regione, in cui smistare gli attivisti così che possano meglio organizzarsi per le iniziative sul territorio. Esistono, infine, anche dei gruppi Telegram “provinciali” e “comunali”, creati direttamente dagli attivisti per velocizzare le comunicazioni e l’organizzazione degli eventi.
Cosa avete fatto concretamente in questi ultimi mesi?
CFF è nato per fare informazione a tema Cannabis ed anche in questi mesi di lockdown e vacanze estive non abbiamo mai smesso. Abbiamo lanciato diverse iniziative come #raccontalacannabis o #iousocannabis. Abbiamo aderito alla più grande azione di disobbedienza civile in Italia denominata #iocoltivo. Abbiamo partecipato e sostenuto attivamente le due grandi manifestazioni di piazza di Roma e Milano organizzate da Meglio Legale. Abbiamo fatto e continuiamo a fare, dirette informative sulla nostra pagina Instagram, con ospiti sempre nuovi, per parlare dei mille usi e delle infinite potenzialità di questa pianta.
Stiamo tornando sul territorio con eventi informativi per fare quello per cui siamo nati e che più ci piace: parlare con la gente di cannabis. Insomma, tante cose e ne stiamo preparando tante altre, perché è importante essere sempre attivi, non mollare, insistere e far vedere a tutti che noi esistiamo e abbiamo qualcosa da dire.
Come vedi la situazione in Italia a proposito di canapa in generale e di legalizzazione?
Sono molto ottimista ma allo stesso tempo realista e pragmatico. Non penso, ma spero di sbagliarmi, che la cannabis diventerà legale “dalla sera alla mattina”. Ad oggi non mi sembra ci sia la volontà e/o coraggio politico per questa grande azione contemporanea di rinnovamento. Credo invece che il cambiamento arriverà a piccoli passi, con “piccole” conquiste ma ad ogni modo importanti.
Forse il tutto potrà essere accelerato dal panorama internazionale in continua evoluzione, ma questo non può o deve esimerci dal fare la nostra parte.
Sono convinto di una cosa: per cambiare lo status quo abbiamo bisogno di una opinione pubblica informata sulla cannabis, che non veda più questa pianta come un nemico da combattere ma bensì come una risorsa. Un’opinione pubblica consapevole dei benefici economici, sociali e ambientali (per citarne alcuni) che deriverebbero dalla legalizzazione della cannabis. Solo così potremo ottenere il consenso necessario per cambiare radicalmente le cose ed avere, quindi, l’unica moneta di scambio che, oggi, interessa alla nostra classe politica. Stiamo facendo il “lavoro sporco”, quello pesante, quello difficile, ma necessario.
Come si fa ad entrare nel team?
Facile! Basta entrare nel gruppo Telegram nazionale e da lì in quello della propria regione. Poi non resta che attivarsi! Il cambiamento parte da noi.