Cannabis in farmacia: il punto della situazione ad inizio 2023
In attesa dei risultati della manifestazione d'interesse per la produzione di cannabis da parte dei privati, le novità sono rappresentate dal bando di importazione di fine 2022 e dagli estratti
Come ogni inizio anno, i problemi della cannabis medica in Italia si fanno sentire poiché è necessario che le aziende importatrici rinnovino tutti i permessi di importazione. Infatti a fine anno avviene una specie di reset totale di questi permessi. Questo determina solitamente che le prime infiorescenze di cannabis medica arrivino in farmacia tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio.
Ma quest’anno, mentre scriviamo è febbraio inoltrato, non si è visto nulla.
Dal lato “novità” sul mercato ci sono 2 segnalazioni da fare per l’immediato futuro.
Dovrebbero arrivare sul mercato italiano gli estratti di cannabis della Tilray (autorizzati l’anno scorso), con diverse concentrazioni e rapporti di THC e CBD, ampliando l’offerta degli estratti già pronti, ad oggi limitata al solo estratto Farmalabor 15%THC e estratto Farmalabor 5% CBD. Va però detto che ad oggi, questi estratti industriali sono pochissimo usati in Italia e rappresentano una quota piccolissima sul totale degli oli di cannabis, realizzati direttamente in farmacia a partire dalle infiorescenze di cannabis.
Ricordate poi il bando di importazione a fine 2022 per 630 kg in 2 anni?
È stato vinto da Linneo/Alcaliber, una nuova azienda, e non Little Green Pharma. Niente più Pedanios. Niente più Billy Buttons. Avremo altre varietà ad alto THC (simil Bedrocan) e alto CBD (simil Bedrolite).
Il prezzo medio al grammo con cui Linneo si è aggiudicato il bando è di circa 1.55€/g. Uno virgola cinquantacinque. Mmm….
Da una parte si tratta finalmente di avere disponibile sul mercato italiano una varietà in quantità significative (non i soliti 100-200 kg come nei bandi passati, ampiamente rivelatisi insufficienti), dall’altra l’ennesima nuova varietà per cui si parla di ricette da rifare (quelle in cui il Medico usa indicare il nome specifico della varietà) e i pazienti che si erano “trovati bene” con le precedenti varietà dovranno adattarsi alle nuove disponibili.
Parleremo di entrambe queste novità in futuro in un articolo dedicato quando si avranno concrete certezze e i prodotti saranno sul mercato.
Infine, dal lato “autorizzazione di aziende private alla coltivazione di cannabis medica in Italia” non c’è da segnalare nessuna novità di rilievo. E profetizzo che sarà così almeno per i prossimi anni, fatta eccezione per gli update in cui “stiamo lavorando”. A buon intenditor…
Per ora auguriamoci che dall’Olanda non ci siano sorprese tipo carenza di Bediol, come purtroppo alcuni fornitori italiani già lamentano.
Vogliamo avere finalmente un anno in cui possiamo mettere in soffitta il problema del “non c’è più cannabis medica?”