Cannabis su Facebook: nuovo post, nuova censura
Nuova "ammonizione" per la nostra pagina su Facebook con la minaccia di sospendere l'account
La volontà insondabile dell’algoritmo di Facebook colpisce ancora: la nostra pagina sul social network è stata nuovamente “ammonita”, bloccando la pubblicazione di un nostro post che violerebbe gli standard della community in materia di “armi da fuoco, animali e altri prodotti regolamentati”.
Non solo, perché la minaccia, nemmeno troppo velata, è quella che, se dovessimo proseguire con questo tipo di pubblicazioni, il nostro account potrebbe “essere sottoposto a restrizioni” o “potrebbe essere disabilitato”.
Ma cosa abbiamo fatto di male? Abbiamo pubblicato un semplice post con un’immagine di una seedbank, in questo caso Barney’s farm, che vende i propri semi legalmente, anche in Italia.
Il problema è che queste sono le nostre pubblicazioni quotidiane e noi non abbiamo nessuna intenzione di fare passi indietro. Quello che stupisce è la totale mancanza di trasparenza del social network nel decidere cosa censurare e cosa no (post simili li abbiamo sempre pubblicati senza problemi, a parte in un altro caso) e poi il metodo “mafioso” della minaccia che fa intendere conseguenze irreversibili qualora il malcapitato non si adeguasse agli standard della community, che oltretutto sono nebulosi e totalmente arbitrari.
FACEBOOK, SOCIAL NETWORK E LA CENSURA DELLA CANNABIS
Anche perché, qui non stiamo parlando di post sponsorizzati e diffusi a pagamento, che, per quanto assurdo soprattutto se si parla di prodotti legali come libri o derivati alimentari della canapa, possono essere vietati visto che la piattaforma è privata. Qui si parla di un normale post pubblico con citazione, senza nessun invito a compere azioni, pubblicato sulla nostra bacheca.
Insomma, sui social network, e non solo su Facebook (qui un articolo sulla censura di Instagram sulla cannabis e qui invece uno che riguarda YouTube) la situazione per la cannabis è sempre più complessa. Le uniche aperture recenti sono arrivate da Google ma solo per i prodotti a base di CBD e solo in alcuni Stati Usa, nei quali è permesso, dopo le opportune verifiche, pubblicare sponsorizzate tramite Google ADS relative a questi prodotti. E più di recente da Twitter, primo social a permettere le sponsorizzate per le aziende del settore cannabis, a patto che l’azienda in questione sia in possesso di una licenza statale.