Cannabis efficace per il dolore neuropatico: nuova conferma scientifica
Grazie alla cannabis terapeutica una donna, in cura da oltre 17 anni per trattare il suo dolore neuropatico, potrebbe (finalmente) abbandonare i farmaci che le creavano enormi disagi
“Una seconda possibilità di vita”. Ad esclamarlo è una donna di 61 anni affetta da grave dolore neuropatico che, dopo appena 4 mesi di cannabis terapeutica, potrebbe interrompere i trattamenti farmacologici durati 17 lunghissimi anni, che sebbene mitigavano il dolore le causano importanti effetti collaterali.
Testimonianza che fa il paio con quella che abbiamo raccontato di recente dell’ex Maresciallo Capo della Guardia di Finanza Alfredo Ossino, che dopo anni di oppiacei dai gravi effetti collaterali, ha iniziato ad assumere cannabis terapeutica per trattare il suo dolore neuropatico, grazie alla quale è “tornato a vivere”.
Certo, si tratta di casi di singoli pazienti, che però rendono bene l’idea delle potenzialità della cannabis nel trattamento del dolore e nel restituire una qualità della vita dignitosa, che prima sembrava irraggiungibile.
CANNABIS PER IL DOLORE NEUROPATICO: LE SPERANZE DEL NUOVO STUDIO
Da quanto dichiarato dai ricercatori del case study recentemente pubblicato sul Drug Science, Policy and Law: “È possibile che questa paziente possa finalmente interrompere il trattamento con pregabalin, dopo oltre 17 anni, grazie alla cannabis terapeutica che controlla il suo dolore”.
Pregabalin che la paziente, affetta da neuropatia idiopatica delle piccole fibre, ha assunto in combinazione ad altri farmaci come amitriptilina, duloxetina, lamotrigina, meloxicam e apsaicina topica per controllare il suo forte dolore neuropatico associato.
“Sebbene il suo dolore fosse relativamente ben controllato – spiegano gli autori della ricerca – la
paziente riferiva perdita dell’udito, sonnolenza, acufene, confusione e peggioramento dell’ansia, probabilmente come conseguenza dell’uso prolungato di pregabalin”, la cui dose giornaliera di 350 mg non è mai stata ridotta poiché, al primo tentativo, il dolore si ripresentava insopportabile.
Almeno fino al 2021 quando la paziente è entrata nel Project Twenty21, il primo registro di cannabis medica del Regno Unito, e le è stato prescritto un estratto full spectrum di cannabis con 10 mg di THC e 15 mg di CBD, da assumere due volte al giorno per 0,1-0,5 ml.
Grazie alla nuova terapia, la paziente è riuscita a ridurre in poco tempo la dose quotidiana di pregabalin a 37,5 mg e con essa gli effetti collaterali che ne derivavano.
Gli studiosi hanno infatti dichiarato che: “La prescrizione di cannabis ha rappresentato per la paziente una soluzione migliore rispetto ai farmaci precedentemente prescritti, alleviando i sintomi del dolore neuropatico e contribuendo a risparmiare altri farmaci, riducendo così gli effetti collaterali intollerabili associati. A sua volta la paziente ha potuto godere di una migliore qualità di vita“.