Cannabis e Rap: combo da milioni di ascolti e primi posti in classifica
La musica, dalle sue più raffinate espressioni, a quella di più facile ascolto, è sempre stata specchio della società in cui viviamo, dei suoi usi e costumi, dei suoi cambiamenti, già avvenuti o imminenti, delle sue pulsioni più sotterranee e incontenibili. Sta accadendo anche oggi, proprio ora, nel nostro Paese per quanto riguarda il tema del consumo di Cannabis, sempre più cantato e decantato nella “musica giovanile”.
Così, mentre nel mondo, dal Canada all’Uruguay, agli Stati Uniti – dove si sta discutendo in Senato la legalizzazione a livello federale di vendita e consumo di canapa a scopo ricreativo – e in Europa, tra Olanda, Spagna e Repubblica Ceca, si sta affermando una via legale all’uso ricreativo dell’erba e l’ONU riconosce le proprietà mediche e terapeutiche della cannabis, da noi, invece, si assiste ancora a spettacoli poco edificanti, come il progetto “Droga Zero”, proposto dalla Lega di Salvini e discusso in conferenza stampa a fine novembre, in piena pandemia, secondo un ordine di priorità decisamente discutibile. Contemporaneamente, ogni giorno, nelle cuffiette dei ragazzi di tutta Italia, pompano forte canzoni, artisti e generi musicali, che con l’erba ci vanno a nozze, Rap e Trap in primis.
Quella tra Rap e cannabis è una corrispondenza amorosa iniziata ben prima che ci fosse bisogno di fare i grossi nella scena: rimangono nella storia pezzi come La porra dei Sangue Misto: “Con la mia ballotta fumo porre in quantità, ta-ta-ta/Tanto quanto basta/Le mie mani nella pasta/La mista è ben farcita io la faccio su/Manco fossi Mina vedo mille bolle blu” (Neffa); “Piena di grazia è la mia pipa/E porto marijuana in Vaticano come dono per il Papa/Santo padre benedici la T con HC/Siamo complici, tipo è lei che mi ispira se gira dentro di me/E manda fora che non ce n’è” (Deda); “Mi sveglio preparo il mistone in una insalatiera/Passo la giornata intera/M’appizzo un giansugoso e me ne sto in crociera/Fora, gremo fino a sera” (Dj Gruff).
Oppure Quei bravi ragazzi dei Sottotono – “Fai ancora un tiro e passa al successivo/Poi rolla un altro (ssssssh) e fai buon giro lo aspiro” – e Maria Maria degli Articolo 31: “Mi è rimasta solo una canzon, nel mio corazon/Le vacanze le farò in Giamaica, dalla mia Maria bella/Aspetto intanto voto Pannella e canto”.
Neffa è rimasto un aficionado della sua “signorina”, come J-Ax, che, dopo pezzi come Maria Salvador e Immorale, in Quando piove, diluvia, pezzo incluso nel suo ultimo disco ReAle, del 2020, rappa le contraddizioni legate alla gestione della CBD: “Nel momento in cui mi sento agnello chiamano Le Iene/Dice uno ha fatto analizzare la tua erba legale/Il THC è sopra la soglia e ti stanno per arrestare/Non è possibile, rispondo, ho fatto tutti i test/Mi dice: Approfondiamo qui da noi dopo il week-end”.
Un’affinità elettiva quella tra Rap e canapa, che ha attraversato i decenni, per esplodere insieme al genere: Rap e Trap oggi sono fenomeno di massa. Per stare in ambito mainstream, basta buttare un occhio ai più streammati su Spotify nel 2020: Sfera Ebbasta, tha Supreme, Marracash, Guè Pequeno e Geolier, gli artisti; 23 6451 di tha Supreme, Persona di Marracash, Dna di Ghali, Mr. Fini di Guè Pequeno e Emanuele (Marchio registrato) di Geolier, gli album. Tutti, chi più chi meno, parlano di ganja.
Ecco alcune delle loro rime sul tema:
- “Fumo e guido, abbasso il finestrino (Skrrt)/Scusami, sono un bimbo cattivo/Tutti ’sti invidiosi guardan l’erba del vicino/Ma la mia è sempre più verde, c’è odore nel condominio” (Sfera Ebbasta, Gelosi);
- “Dittatore come Kim Jong/Ho una nera bionda a Londra/L’accendo, fumiamo weed a ping pong” (Guè Pequeno, L’amico degli amici);
- “Chiuso ’int’ ’o Benz s’è fatta ’na cappa/Ho fumato troppo ca la mia ragazza mo è ’na rasta” (Geolier, Mucho Dinero);
- “Tutto stonato, Stonehenge, è il mio Chemical Romance/Apro gli occhi, fuori è Chernobyl, non stressarmi se l’accendo, please/Con le gambe posso andare ovunque, frate’, eccetto lì, sei di certo snitch/Come Social Babbo (Babbo), occhi purple dopo cento spliff (Uff)” (Marracash in Occh1 Purpl3 di tha Supreme).
Nel disco di tha Supreme, 23 6451, i riferimenti alla canapa sono ovunque. Ascoltatevi Pers0na2 ft. Gemitaiz e Madman, per non dire di Blun7 a Swishland con cui ci porta proprio nel suo trip: “Swisho un blunt a Swishland, bling blaow, come i Beatles […] Swisho un blunt a Swishland, ciao, ciao, fratellino”. Invece Ghali che di erba aveva già parlato nel 2017 in Marijuana, ritorna sull’argomento anche in molte barre del suo ultimo DNA, come in Marymango o in Scooby: “Viaggio come Elon Musk (Ehi), sono street come gli Sharks (Ehi)/A volte mi fumo Shrek (Uoh), a volte fumo The Mask (Ehi)”.
Tra le uscite che hanno spaccato l’anno scorso, non si possono dimenticare Machete Mixtape 4 e Bloody Vinyl 3, due lavori che hanno raccolto la crema del rap italiano e regalato succose barre a tema weed, come:
- “Ormai l’erba è legale pure in Paraguay/Qui in Italia porta solo merda, pare e guai. […]E quando vai a messa confessa che/La guerra alle droghe è roba complessa/A nessuno interessa se ha ucciso più lei della droga stessa” (Nitro in FQCMP);
- “Sono on point, big joint/Leggenda, Pink Floyd/Sig Freud, G Floyd. […]La vita è più amara, fra’, è un mostro di cera/Mi fumo la para, la giro a bandiera” (Salmo in Machete Satellite).
E questi sono i più ascoltati nel 2020, ma di rapper che fanno numeri enormi, farcendo i loro testi di riferimenti all’erba ce ne sono tanti. Oltre ai già citati Salmo (il suo Playlist, uscito nel 2018, è andato 5 volte platino) e Nitro, vanno sicuramente menzionati Fabri Fibra, Dani Faiv, Gemitaiz & MadMan, una bomba anche con Ensi in 4:20, Lazza, Vegas Jones, Capo Plaza, Massimo Pericolo, Emis Killa & Jake La Furia, insieme in 17, Jack the Smoker, Tedua, Clementino e Achille Lauro. Persino Fedez in Bella Storia canta: “Tu asciughi i capelli, io fumo confetti/Mi prende la mano, ci metto più curry/E ci viene da ridere (Ahahah)”. La lista potrebbe essere davvero infinita, ma ecco un po’ di rime gustose:
- “Per colazione caffè espresso e Marlboro/La sera prego da bravo cristiano, Malgioglio/Pago carta oro, mangio Carte d’Or/Dopo cena mi fumo una Canna-vacciuolo” (Fabri Fibra, Fenomeno);
- “Guardo avanti, Michael J/Sento, Purple Rain/Fumo, Purple Haze/Prenderebbe bene anche Kurt Cobain” (Gemitaiz, Questa Qua);
- “Ho una canna verde lunga lunga (lunga lunga)/Verde in testa come un Umpa Lumpa/Rockstar, Tony Stark/Voglio un Gundam, mungere il conto come una mucca con la tuta Puma/Tutta tutta/Ho fatto una canna, ce l’ho messa tutta tutta/Gonfio come Buddha, sembro Gudda Gudda” (MadMan in ¥€$);
- “Fumo solo THC e non è basso mai/Sai che ti faccio le scarpe come i calzolai/Ho la Skunk, ho la Kush, Strawberry Banana/È più forte come a Worms con la bomba a banana” (Dani Faiv, Lemon Haze);
- “Fumo come se fosse legale ma è pura/È buona manifattura, fammi fare fattura/Segna e nota spesе che smaltisco un chilo al mese/Non sono un ragazzino, guarda, la gеstisco bene/Grinda, grinda, Tinga Linga/’Sta merda è appiccicosa, mhm, sticky fingaz” (Ensi, Mari);
- “In giro per il mondo, chiedi a tutti fumi/Tipo bello il fiume Gange, ma ora vorrei Ganja a fiumi! (Jack the Smoker in Terminal);
- “Skunk quando accendo un cero/Blunt guarda come è nero/Slam quando fumo un remo/Ciao mamma, come gremo” (Clementino, Sempreverde).
Insomma, nella cultura giovanile l’erba è un dato di fatto. Che i ragazzi e le ragazze ne facciano uso o meno, la frequentano quotidianamente attraverso la musica. Ora, tenuto conto che la legalizzazione porta a una diminuzione del consumo tra gli adolescenti, non sarà il caso che tutti apriamo le orecchie? “Legalizzare – spiega Roberto Saviano, nel discorso incluso da Fibra nello skit Considerazioni dal suo ultimo album Fenomeno – non significa spingere tutti a farsi le canne. Al contrario, regolamentare, sottrarre all’illegalità. Se lo Stato imponesse alla cannabis la stessa imposta che impone al tabacco incasserebbe, in un anno, dai 6 agli 8 miliardi di euro”. Una svolta in termini economici, per l’impiego e la legalità, che è dissennato non considerare in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, anche a causa della pandemia.