Cannabis e oppioidi: un’interazione positiva
Affrontiamo il tema dell’utilizzo della cannabis insieme agli oppioidi. Mi capita spesso di avere pazienti che mi riferiscono di medici secondo i quali non è possibili utilizzare cannabis e oppioidi insieme per cui tendono o a dire che se funzionano gli oppioidi non usiamo la cannabis oppure iniziano a togliere gli oppioidi piano piano e solo dopo averli tolti iniziano a prescrivere la cannabis. Non è così che funziona: nel senso che è possibile usare i due farmaci insieme, anzi, spesso è utile farlo perché la cannabis potenzia l’effetto antalgico che noi abbiamo con gli oppioidi e quindi ne riduce il consumo e al tempo stesso gli effetti collaterali. Negli Stati Uniti è un fenomeno visto positivamente perché sta abbattendo significativamente il consumo di oppioidi che in USA sappiamo essere ormai una piaga che causa decine di migliaia di morti ogni anno. Cito tre lavori: il primo è uno studio del 2017 apparso su Cannabis and Cannabinoid Research e parla di come questi pazienti abbiano deciso di passare da soli dall’utilizzo di oppioidi a quello di cannabis e in un’alta percentuale riferiscono di avere meno effetti collaterali, di stare meglio e di aver abbattuto il consumo di oppioidi. Un altro lavoro è stato pubblicato nel 2018 sull’International Journal of Drug Policy, in cui si dice che non ci sono ancora linee guida che possano aiutare i medici a utilizzare insieme cannabis e oppioidi, per cui sostiene che bisogna fare attenzione ed evitare questo tipo di associazioni, proprio perché non abbiamo ancora certezze dal punto di vista della ricerca, anche se, sempre in questo lavoro, viene spiegato che è una cosa che viene fatta normalmente perché i pazienti lo richiedono oppure lo fanno in autonomia, proprio perché gli effetti collaterali sono molto minori.
Un altro lavoro è quello apparso nell’aprile 2019 su Cancer, in cui si parla di pazienti affetti da cancro che utilizzano oppiacei e, anche qua, viene spiegato come un’alta percentuale di pazienti abbia deciso autonomamente di abbandonare gli oppiacei per il controllo del dolore e di passare alla cannabis con grandissimi benefici perché sappiamo che la cannabis lavora non solo sul dolore ma anche su altri sintomi relativi al cancro.
L’ultimo lavoro che cito è uno studio effettuato su cavie e nella sperimentazione si è visto come nei ratti, sottoposti a determinati stress e liberi di scegliere tra oppioidi e cannabis, c’è stato un abbattimento del consumo di oppiacei. Non dobbiamo aver paura di utilizzare la cannabis – lo dico ai miei colleghi – perché agisce in modo differente e soprattutto è molto più sicura, ha meno effetti collaterali e “spegne meno il cervello”, mettiamola così; per cui, utilizziamola, in modo prudente, partendo da bassi dosaggi e piano piano andando a scalare gli oppiacei che sono una grande opportunità ma anche un grosso problema per cui, quando è possibile, è bene ridurne l’assunzione.