Cannabis e occupazione in USA: verso i 300mila posti di lavoro entro la fine del 2020
L’equazione cannabis uguale lavoro negli Stati Uniti si sta rivelando più vera che mai, con una curva in crescita che non accenna a fermarsi.
L’emersione dall’illegale al legale dei settori medico e ricreativo, infatti, sta dando l’opportunità agli stati che hanno implementato le riforme, di creare centinaia di migliaia di posti di lavoro specializzati, che vanno dal “sommelier” della cannabis, passando per tutti i lavori tecnici di produzione e coltivazione, quelli di sicurezza e controllo, quelli di marketing e vendita, oltre a tutti gli impiegati che servono per gestire i negozi, movimentare la cannabis, creare i packaging e via così, a cascata, con un riflesso che sta portando grandi vantaggi alla loro economia.
Gli ultimi dati in questo senso sono stati raccontati nell’ottava edizione del Marijuana Business Factbook, edito dagli specialisti di Marijuana Business Daily, che hanno aggiornato le cifre.
Secondo le stime i lavori relativi alla cannabis legale in USA sono cresciuti del 50% rispetto al 2019 ed entro la fine del 2020 si attesteranno ad un numero compreso tra i 240mila e i 295mila. Tra i dipendenti della cannabis ci sono persone che lavorano direttamente nel settore, come i tecnici che si occupano di estrazioni, così come dipendenti di aziende ausiliarie – ad esempio consulenti e avvocati – che sostengono l’industria.
Secondo la pubblicazione a questi posti di lavoro se ne aggiungeranno circa 250mila a tempo pieno tra il 2020 e il 2024. Alcuni dubbi restano a causa della pandemia causata dal Covid-19, che potrebbe aggravare la situazione se la crisi economica perdurasse, anche se gli analisti fanno notare che, proprio durante il lockdown, le vendite di cannabis hanno registrato forti aumenti.