Cannabis e Islam: da Iran, Marocco e islamici americani le aperture che non ti aspetti
Vento di cannabis legale nel mondo islamico. L’accelerata globale verso la normalizzazione della cannabis, la modifica degli equilibri territoriali e il desiderio dei giovani musulmani di liberarsi dalle oppressioni religiose causano un po’ di grattacapi a Imam e Scolari, sia in occidente, sia nei paesi a maggioranza islamica. Si sta però aprendo ai musulmani l’accesso alla cannabis terapeutica.
I forum sull’Islam in lingua inglese ribadiscono il divieto e pubblicano risposte di esperti del Corano a frequenti domande degli utenti sull’ammissibilità dell’uso di cannabis per un fedele. Si menzionano sempre Scholars, Imam e profeti tutti d’accordo nel considerare la cannabis Haraam, un peccato contro la religione. Questo perché sostanza intossicante, rilassante e capace di far allontanare da Dio. Un esempio in questa discussione e in quest’altra. Oppure nelle risposte a questo commovente post di un fedele indiano. Emerge qui una sottile differenza fra Islam da una parte, Cristianesimo ed Ebraismo dall’altra: i leader spirituali delle altre grandi religioni non ricevono domande frequenti sull’uso di cannabis da parte dei fedeli. Beati loro, si risparmiano qualche predica e possono ora stappare una bella bottiglia di rosso.
Musulmani USA: cannabis OK su ricetta medica. The Deen Show è uno spettacolo televisivo americano di cultura e religione islamica. Il talk show vede ospiti intervistati da un dinamico conduttore, quasi sobrio in confronto ai colleghi delle televisioni occidentali, ma piuttosto frizzante rispetto ai conduttori televisivi degli stati islamici. Non esita infatti a dichiararsi “The most exciting show on Islam” abbiamo questa puntata dove si parla di Marijuana. L’ospite rappresenta un paio di congregazioni religose e culturali islamiche statunitensi ed è invitato perché esperto di Corano e di sue interpretazioni. Gli spettatori chiedono consiglio sulla vita quotidiana in osservanza alle leggi coraniche. L’esperto risponde puntuale su questioni di preghiere all’ora stabilita e teste femminili coperte. Poi vengono le domande sul tabacco e anche qui è gioco facile metterlo nella categoria Haram, proibito perché nocivo per la salute. Ora tocca inevitabilmente alla cannabis. Riparte l’elenco dei presunti danni a corpo e spirito che la rendono Haram, ma il conduttore è costretto a una domanda: “E la cannabis terapeutica legale nella maggior parte del continente americano? Semplice: se è una terapia sottoscritta da un medico, non è Haram. I musulmani americani possono stare tranquilli.
Cannabis terapeutica in Iran. The Muslim Vibe è un media network islamico progressista americano. In questo articolo sono ben argomentate le motivazioni religiose contrarie e derivate da apparenze scientifiche. Venendo allo spinoso tema della cannabis terapeutica, temuto peraltro anche dalle altre religioni, Muslim Vibe cita il potente capo politico-religioso Sayyid Ali Khamenei, attuale leader iraniano. Khamenei ammette l’utilizzo terapeutico in caso di unica possibilità prescritta da un medico affidabile. Non è poco e riportiamo quindi la frase testuale in inglese, scritta oggi sulle Practical Laws of Islam iraniane:
“Is it permissible to use narcotic drugs for the treatment of diseases? And assuming that it is permissible, is it absolutely permissible or in case that it is the only way of treatment?
“There is no objection to it provided that the treatment and the eventual recovery are dependent on their use and it is prescribed by a trustworthy physician.”
Sayyid Ali Khamenei
Legalizzazione in Marocco. Il Cannabist riporta un articolo della Associated Press sul cambiamento in corso in Marocco, dove la legalizzazione per scopi terapeutici e industriali è oggi presa in considerazione con una proposta di legge. Per il momento 80.000 famiglie berbere nelle montagne del Rif che vivono di coltivazione risultano inesistenti per il governo marocchino, salvo quando devono pagare il pizzo a militari e polizia. Primi fornitori in Europa e principali produttori mondiali insieme all’Afghanistan, con il 65% del mercato mondiale di hashish proveniente dal Marocco, politici progressisti e regnanti marocchini sanno di avere una macchina da soldi in mano. Ma solo se, a Dio piacendo, riuscissero a legalizzare e tassare la produzione di infiorescenze, almeno per scopi terapeutici. Perché nell’attuale proposta di legge l’hashish resterebbe formalmente illegale, anche se peserebbe per il 10% del reddito nazionale marocchino.
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