Cannabis dopo la bolla: l’economia verde si rimette in moto
La bolla della cannabis ha scosso il mercato di Canada e Stati Uniti fino alle fondamenta. Per capire l’entità basti pensare che molte delle aziende coinvolte hanno perso fino a due terzi del proprio valore.
A fine dicembre 2019 Canopy Growth Corp. con sede in Canada, ha annunciato entrate inferiori alle stime più basse di Wall Street e una perdita che un analista ha definito “stupefacente”. Le azioni dell’azienda hanno così raggiunto il prezzo più basso dal dicembre 2017. È ancora la più grande azienda produttrice di erba del mondo, ma con 7,1 miliardi di dollari canadesi, il suo valore di mercato è molto inferiore ai 24 miliardi di dollari che aveva raggiunto in aprile. Un altro esempio è Aurora Cannabis che vale adesso 2,7 miliardi di dollari dagli 8 che aveva raggiunto.
Negli stessi giorni MedMen Enterprises Inc., una delle prime aziende statunitensi di cannabis a vendere azioni al pubblico, ha annunciato il licenziamento di 190 dipendenti, circa il 20% della forza lavoro aziendale.
L’indice della “cannastocks”, elaborato da Il Sole 24 Ore, utilizzando i prezzi di mercato delle 50 più grandi società del settore, ha registrato una perdita maggiore del 66% dai massimi del 19 settembre 2018 e sono stati bruciati oltre 30 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Una situazione dovuta alle aspettative falsate da una parte e dai problemi incontrati nei processi di legalizzazione dall’altra. Grandi mercati come il Canada e la California avevano legalizzato l’uso ricreativo, mentre ci si aspettava che Stati popolati come New York e il New Jersey ne seguissero l’esempio. Cosa che per ora non è avvenuta e ha portato a rivedere le valutazioni sulla crescita dei mercati.
In Canada ancora oggi sono poche le licenze concesse a produttori e dispensari mentre la California, che ha il più grande mercato americano che potrebbe superare i 5 miliardi di dollari, ha dovuto fare i conti con tasse elevate e un mercato illecito ben consolidato.
Nonostante gli ostacoli, molti restano ottimisti sul fatto che le stime di vendita saranno raggiunte e superate, anche se più tardi del previsto. L’analista della Cowen Inc. Vivien Azer ha recentemente incrementato le sue prospettive di vendita negli Stati Uniti a 85 miliardi di dollari entro il 2030 rispetto a una precedente previsione di 80 miliardi di dollari.
Secondo Justin Ort, chief investment officer per il Measure 8 Full Spectrum Fund, ciò che attirerebbe l’attenzione degli investitori è l’allentamento legislativo negli Stati Uniti, compresa l’approvazione di una proposta di legge che aprirebbe la strada alle istituzioni finanziarie per fare affari con le compagnie di cannabis e porterebbe all’attenzione dei grandi investitori istituzionali e dei mercati dei capitali statunitensi.
Si tratta del cosiddetto Secure and Fair Enforcement (SAFE) Banking Act, che è passato alla Camera dei deputati e ora attende la votazione del Senato, che secondo gli analisti non arriverà però prima del 2020. I sostenitori della legge ritengono che il provvedimento non solo contribuirà a far crescere l’economia del settore, ma servirà ad aumentare la sicurezza pubblica e migliorerà la trasparenza. Il disegno di legge infatti proibisce ai regolatori federali di risolvere o limitare l’assicurazione sui depositi – opzione che fino ad oggi ha scoraggiato le banche dall’offrire servizi finanziari alle imprese di settore – e impedisce loro di incentivare o incoraggiare una banca a chiudere i conti di un cliente per il solo fatto di essere in affari nel settore. Intanto però, secondo i dati pubblicati poco tempo fa dai giornalisti di Leafly in collaborazione con gli analisti di Whitney Economics, negli Stati Uniti la legalizzazione della cannabis ha creato oltre 200mila posti di lavoro a tempo pieno e 300mila considerando tutto l’indotto, dei quali 64mila solo nel 2018. Secondo il Marijuana Business Factbook 2018, i posti di lavoro a tempo pieno dovrebbero crescere fino a 340mila nel 2022 con un aumento del 21% ogni anno. In confronto, l’intero settore sanitario americano dovrebbe crescere del 2% all’anno. Senza dimenticare che gli occhi di tutto il mondo sono puntati verso l’Europa, che potenzialmente è il più grande mercato al mondo. Secondo l’European Cannabis Report stilato a inizio 2019 dalla società indipendente di analisi Prohibition Partners, si può leggere che il continente avrà il più grande mercato legale entro il 2028 e che questo potrebbe valere la cifra enorme di 123 miliardi di euro (58 miliardi nel mercato medico e 65 miliardi in quello ricreativo).
Intanto, secondo un recentissimo report di Research and Markets, il crescerà a un tasso annuo del 19,64% entro il 2024, raggiungendo una dimensione totale del mercato di 36,903 miliardi di dollari.