Cannabis come supporto alle terapie oncologiche
Può ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia e migliorare la qualità di vita dei pazienti
Nausea, dolore, perdita dell’appetito e stanchezza generale. Sono diversi gli effetti collaterali delle terapie oncologiche. La cannabis però, sempre più utilizzata come coadiuvante naturale, può migliorare la qualità di vita dei pazienti. Come?
- Dolore: come dimostrato da numerosi studi scientifici, la cannabis vanta proprietà analgesiche che possono trattare efficacemente il dolore da cancro e ridurre, di conseguenza, il consumo di oppioidi dei pazienti.
- Nausea e vomito: più di tutti, il THC si è dimostrato particolarmente valido nel ridurre i sintomi di nausea e vomito legati alla chemioterapia.
- Appetito: quella fame improvvisa che colpisce tutti i consumatori “normali”, può trasformarsi in un vero e proprio aiuto per i pazienti oncologici. La cannabis infatti, stimolando naturalmente l’appetito, può contrastare la perdita di peso e la cachessia.
- Umore: ansiolitici e antidepressivi, i principi attivi della pianta possono avere effetti positivi sulla qualità della vita, fino a migliorare le funzioni cognitive dei pazienti.
LA CANNABIS PUÒ TRATTARE (DIRETTAMENTE) IL CANCRO?
Non solo come coadiuvante. Secondo diversi studi, la cannabis può diventare parte integrante nel trattamento del cancro, perché interagendo con il nostro sistema endocannabinoide, attiverebbe dei meccanismi d’azione che possono influenzare la crescita e la progressione delle cellule tumorali. Tra cui:
- Indurre l’apoptosi: i cannabinoidi possono stimolare la morte programmata delle cellule tumorali. In che modo? Modulando le vie pro-apoptotiche e anti-apoptotiche, come la via delle MAP chinasi, la via del PI3K/AKT/mTOR e la via del recettore del fattore di necrosi tumorale (TNF).
- Inibire l’angiogenesi: ossia limitare la formazioni di nuovi vasi sanguigni che nutrono il tumore, limitandone così la crescita e la diffusione.
- Ostacolare la proliferazione cellulare: rallentare la divisione delle cellule tumorali, può interferire con il ciclo cellulare e inibire la trasduzione del segnale di crescita.
- Modulare l’immunità: infine, i cannabinoidi possono influenzare l’ambiente immunitario del tumore, alterando la produzione di citochine e interferendo con l’infiltrazione di cellule immunitarie nel tumore.
Sono oltre 50 anni infatti, che si indaga sulle potenzialità antitumorali della cannabis. Che in numerosi studi preclinici su modelli cellulari e animali, si è dimostrata efficace nel trattare diversi tipi di cancro, come: il glioma, il carcinoma mammario, il carcinoma del colon, il carcinoma del polmone e il melanoma.
Tuttavia, sebbene i risultati incoraggianti degli studi preclinici, gli studi clinici sull’uso dei cannabinoidi come agenti antitumorali sono ancora piuttosto limitati. E necessitano di maggiori approfondimenti. Infatti, almeno per ora, non ci sono prove definitive sull’efficacia anti-cancro della cannabis.