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Cannabis per il cancro: “Consenso scientifico schiacciante”, dallo studio più grande di sempre

Condotta su oltre 10 mila studi, la meta analisi ha supportato l'utilizzo della cannabis non solo come palliativo, ma anche per le sue proprietà antitumorali

cannabis e cancro

«Ci aspettavamo delle controversie. Abbiamo scoperto un consenso scientifico schiacciante», ha dichiarato Ryan Castle, direttore della ricerca e autore principale della più grande meta analisi sui benefici dell’utilizzo della cannabis nel trattamento del cancro pubblicata di recente.

Sono oltre 50 anni infatti che si valutano le proprietà antitumorali della cannabis, con migliaia di studi condotti sull’argomento. Ma sebbene i risultati incoraggianti, restavano ancora dei dubbi sugli effettivi benefici.

A portare finalmente maggior chiarezza è questo enorme lavoro scientifico, che ha analizzato oltre 10 mila studi sottoposti a revisione paritaria. Una revisione dieci volte superiore rispetto alla più grande mai condotta finora.

CANNABIS PER IL CANCRO: “UN CONSENSO SCIENTIFICO SCHIACCIANTE”

In rappresentanza del Whole Health Oncology Institute con sede alle Hawaii e della Chopra Foundation di New York, il team composto da quattro ricercatori ha analizzato precisamente 10.641 studi. Ma quali sono state le conclusioni?

Se da un lato la ricerca scientifica conferma ampiamente l’uso terapeutico della cannabis per alleviare i sintomi correlati al cancro, dall’altro ne suggerisce anche il potenziale antitumorale.

Come infatti si legge dal comunicato stampa ufficiale, «per ogni studio che dimostra l’inefficacia della cannabis, ce ne sono altri tre che ne hanno dimostrato l’efficacia».

Addirittura, gli autori sostengono che il livello di consenso scientifico sulla cannabis compete, se non supera, quello dei farmaci approvati dalla FDA. Con un sostegno 31,38 superiore rispetto all’opposizione.

Cannabis per il cancro: "Consenso scientifico schiacciante", dallo studio più grande di sempre
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OLTRE IL DOLORE: I BENEFICI DELLA CANNABIS PER IL CANCRO

Se già da tempo la cannabis viene integrata come coadiuvante per il cancro, perché allevia il dolore, riduce la nausea e stimola l’appetito, la meta-analisi ha evidenziato anche alcuni effetti terapeutici chiave, tra cui:

  • L’inibizione della proliferazione delle cellule cancerose.
  • La riduzione delle metastasi  (la diffusione del cancro).
  • L’induzione dell’apoptosi (la morte naturale delle cellule tumorali).
  • Una potente azione antinfiammatoria.

Capacità che hanno portato i ricercatori ad affermare che: «La cannabis svolge un ruolo ben noto nella gestione dei sintomi correlati al cancro e potrebbe avere proprietà antitumorali dirette e indirette».

Infatti, se prima veniva prescritta solo come terapia palliativa per migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici, ci sono sempre più prove che la cannabis potrebbe aiutare a combattere la malattia stessa.

Nonostante i risultati molto incoraggianti però, i ricercatori hanno tenuto a specificare i limiti della loro metodologia, soprattutto l’analisi dei sentimenti assistita dal computer, che talvolta potrebbe non interpretare correttamente il linguaggio medico.

«Ciò è particolarmente rilevante nella letteratura medica, dove un sentimento negativo in un dato contesto, come la descrizione della progressione di una malattia, non implica necessariamente una valutazione negativa di un trattamento o di un intervento», hanno spiegato gli autori. Che invitano i futuri ricercatori a convalidare i risultati ottenuti utilizzando dei metodi di revisione tradizionali.

CANNABIS: È NECESSARIA UNA RICLASSIFICAZIONE

Non solo conclusioni mediche. Lo studio ha anche sollevato delle urgenti implicazioni politiche. Infatti, gli autori hanno affermato che le loro scoperte dovrebbe influenzare lo stasus legale della cannabis. Soprattutto nelle giurisdizioni in cui rimane una sostanza della Tabella I.

I ricercatori sono convinti che: «Il forte consenso a favore dell’uso terapeutico della cannabis, in particolare nel contesto del cancro, suggerisce che esista una solida base scientifica per rivalutare lo status legale della cannabis».

Chissà se il nuovo Presidente Donald Trump decida finalmente di prendere in mano la situazione e procedere direttamente con la legalizzazione federale nel Paese a stelle e strisce.



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