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Cannabis e autoproduzione: il tempo è scaduto!

Cannabis e autoproduzione: il tempo è scaduto!
Ieri sera davanti a Montecitorio si è tenuto un flash mob organizzato dall’Associazione Luca Coscioni, da Meglio Legale e altre associazioni del Comitato Cannabis Legale per ricordare ai nostri politici una cosa semplice: nonostante le promesse il tempo perché la legge per l’autoproduzione di cannabis venga discussa e approvata, sta per scadere.

Come abbiamo ricordato più volte le strade sono state tentate tutte: dalla proposta di leggi per iniziativa popolare alle disobbedienze civili di semplici cittadini e pazienti, passando per il tentativo del referendum: ora serve una cosa semplice: che la politica italiana si assuma le proprie responsabilità. E non serve nemmeno troppo coraggio visto che, senza andare troppo lontano, Malta ha legalizzato la coltivazione domestica mentre il Lussemburgo ha annunciato di volerlo fare entro il 2022 e la Germania ha annunciato più volte che legalizzerà la cannabis entro a fine della nuova legislatura.

Cannabis e autoproduzione: due anni di discussione

Nel caso della legge sull’autoproduzione non possiamo non sottolineare che la discussione vada avanti da due anni, ma tutto si è fermato in un momento cruciale, quello della votazione degli emendamenti prima di calendarizzare il disegno di legge per la discussione alla Camera, in vista del successivo e delicato passaggio al Senato.

Oggi pomeriggio, salvo slittamenti dell’ultima ora, è previsto l’inizio della votazione degli emendamenti. “Visto come sono andate le cose fino ad ora, non ci sentiamo di garantire niente”, sottolinea Antonella Soldo, instancabile portavoce di Meglio Legale sottolineando che: “Fino all’ultimo minuto utile andremo avanti a spingere chiedendo ai parlamentari, sopratutto a quelli di partiti progressisti che sulla cannabis fanno le campagne elettorali, di fare la loro parte. Si tratta semplicemente di recepire quello che dicono tutte le corti, da ultima le sezioni unite della corte di Cassazione, sulla decriminalizzazione della coltivazione ad uso personale. E di recepire anche le indicazioni degli esperti auditi in questi due lunghi anni, tra i quali ricordo solo la posizione del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, che dice che sicuramente questo provvedimento toglierebbe una fetta di mercato alle mafie. Non c’è altro da aggiungere”.

Coltivazione domestica tra alibi e mancanza di volontà politica

Pochi giorni fa ne abbiamo chiesto conto direttamente a Mario Perantoni, deputato del M5S e presidente della Commissione Giustizia dove giace il testo di legge, che ci ha assicurato che sarebbe stato fatto tutto il possibile per calendarizzare la legge entro giugno. Speriamo che si arrivi presto a questo risultato perché lo scoglio più grande, sia per i tempi che per i numeri di un’eventuale maggioranza, sarà il successivo ed eventuale passaggio al Senato.
“Questo è un alibi che ognuno si dà per non fare la propria parte. Chi è in Commissione giustizia segua i lavori della commissione, chi è in aula, idem. Poi al Senato, si vedrà. Sappiamo come funziona il Parlamento: si fanno degli accordi, se c’è la volontà politica. Sta tutto in questo “se”. perché quando la volontà c’è, si lavora anche di notte bruciando i tempi, quando non c’è, succedono cose come questa. Allora se non c’è questa volontà, che i politici ci dicano che non sono disposti ad assumersi questa responsabilità, o dire chiaramente che non sono d’accordo. Non ha senso illudere le persone con false speranze. Stiamo semplicemente chiedendo una riforma della giustizia, che non rappresenta una rivoluzione, ma soltanto un piccolo passo”.


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