Cannabis: è arrivata la prima varietà senza semi
Una varietà di cannabis senza semi, che non li produce nemmeno se viene a contatto con il polline. E secondo le prime reazioni della stampa Usa si tratta di cannabis che utilizza la tecnologia triploide per giungere a questo risultato e permettere alla cannabis con alti livelli di THC di essere coltivata outdoor su ampie superfici, al pari di altre colture.
LA CANNABIS TRIPLOIDE SENZA SEMI
“Le nostre genetiche di cannabis che usano la tecnologia triploide PistilGuard sono una novità assoluta per l’industria”, ha detto Dan Grace, fondatore e CEO di Dark Heart Industries e Dark Heart Nursery in un comunicato stampa aggiungendo che: “La capacità di coltivare cannabis ricca di THC da semi e cloni sterili e triploidi che sono garantiti per produrre piante praticamente senza semi è una grande vittoria per i coltivatori che sosteniamo. La cannabis a prova di polline, e i vantaggi che offre, aiuteranno a spostare la produzione di cannabis dalla coltivazione artigianale all’agricoltura su larga scala.”
Secondo Ken Owens, breeder ed ex presidente della Magnum Seeds: “Lo sviluppo di varietà triploidi senza semi è stato un enorme passo avanti in molte colture commerciali tra cui anguria, banane e mele. L’introduzione di questo tratto nella cannabis è una vera e propria svolta che permetterà rese più elevate, costi ridotti e migliori qualità aromatiche e chimiche del raccolto. Tutto questo porta a una maggiore redditività e al controllo del raccolto”.
DALLA SENSIMILLA AI SEMI FEMMINIZZATI
Lo spartiacque, per gli amanti della cannabis, è rappresentato dagli anni ’70 quando i coltivatori iniziarono a concentrarsi sulla cannabis Sensimilla, o Sinsemilla, è cioè senza semi, dopo aver scoperto che le femmine, separate dai maschi non ne subivano l’impollinazione e davano ala luce dei fiori, appunto senza semi. Una scoperta che si contendono i coltivatori giamaicani e quelli della Humboldt County in California.
Il passaggio successivo, arrivato negli anni ’90, è quello della nascita dei semi femminizzati, capaci di produrre piante in prevalenza femminili, ma ancora suscettibili all’impollinazione. Ora c’è stato questo passo avanti che, secondo diversi esperti di settore, potrebbe essere un vero e proprio “game changer” sul mercato.