Cannabis per gli anziani: in Usa è record di utilizzo
Più del 7% dei cittadini con 65 o più anni in Usa hanno dichiarato di averne fatto uso terapeutico
Negli Stati Uniti l’uso della cannabis tra gli anziani e gli adulti over 65 ha raggiunto livelli da record: il 7% del campione riferisce di averla consumata nell’ultimo mese, con un aumento di quasi il 46% rispetto al 2021.
Secondo lo studio pubblicato su JAMA Internal Medicine, numerosi anziani si avvicinano alla canapa per cercare sollievo dal dolore cronico, dall’insonnia, dallo stress e da disturbi ansiosi . Il trend è confermato dall’aumento del consumo nei soggetti con patologie croniche come ipertensione, diabete e cancro.
“Il nostro studio dimostra che il consumo di cannabis tra gli anziani continua ad aumentare, sebbene si siano verificati importanti cambiamenti nel consumo in base a fattori demografici e socioeconomici”, ha affermato Joseph Palamar, professore associato di salute della popolazione presso la NYU Grossman School of Medicine, ricercatore affiliato al CDUHR e autore principale dello studio.
I ricercatori hanno scoperto che l’attuale consumo di cannabis tra gli anziani è cresciuto fino al 7% nel 2023, rispetto al 4,8% del 2021 e al 5,2% del 2022: un aumento di quasi il 46% in soli due anni.
“Se guardiamo ancora più indietro, al 2006 e al 2007, meno dell’1% degli anziani ha fatto uso di cannabis nell’ultimo anno. Ora, invece, vediamo che il 7% l’ha fatta solo nell’ultimo mese”, ha affermato Han, ricercatore affiliato al CDUHR.
In questo periodo, alcuni gruppi di anziani hanno registrato aumenti di consumo più significativi rispetto ad altri, tra cui le persone sposate, di razza bianca, laureate e con un reddito di almeno 75mila dollari. Anche le donne anziane hanno registrato un forte aumento del consumo di cannabis, sebbene gli uomini anziani siano ancora più propensi delle donne a farne uso.
Inoltre, il consumo di cannabis è cresciuto maggiormente tra coloro che vivono in stati in cui la cannabis terapeutica è legale rispetto a quelli in cui non lo è.

CANNABIS PER GLI ANZIANI E QUALITÀ DELLA VITA
Sono sempre di più, infatti, gli studi scientifici che riportano come i pazienti che utilizzano cannabis, soprattutto nel caso di patologie croniche, riportino miglioramenti significativi nella qualità della vita e nella gestione dei sintomi.
Lo evidenzia ad esempio uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Medical Cannabis and Cannbinoids l’anno scorso, in cui numerosi pazienti hanno percepito miglioramenti nelle funzioni fisiche e sociali, nei livelli di energia e nel benessere emotivo già nei primi 30 giorni dall’inizio dell’uso di cannabis medica. È stata inoltre segnalata una significativa riduzione nei livelli di dolore, affaticamento e limitazioni emotive. Gli effetti positivi rilevati nei primi 30 giorni si sono mantenuti costanti per tutta la durata dello studio, come sottolineato dai ricercatori.
“Gli esiti dimostrano che la cannabis medica, se somministrata in modo sicuro, può elevare la qualità della vita dell’individuo,” hanno scritto gli autori dello studio. “I partecipanti hanno riportato un calo significativo nelle limitazioni emotive, nell’affaticamento e nei livelli di dolore”. Lo studio ha anche rivelato che la frequenza d’uso della cannabis medica può influenzare la salute e il benessere generale del paziente.
In uno studio australiano su 3.100 soggetti con condizioni mediche tra cui cancro, ansia e dolore cronico pubblicato nel 2023 su JAMA, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti trattati con cannabis medica hanno riscontrato miglioramenti significativi e duraturi nella loro qualità della vita correlata alla salute. “Quando abbiamo un farmaco come la cannabis che agisce perché migliora l’ansia, riduce la depressione, migliora il sonno e riduce il dolore, il paziente si trova in una situazione in cui la qualità generale della vita è migliorata”, sottolinea il dottor Marco Bertolotto commentando lo studio: “Non è poca cosa, è già tantissimo, perché quando non abbiamo le armi per curare – un dolore cronico, se andiamo alla causa, è irrisolvibile – nel momento in cui rendiamo la qualità della vita del paziente migliore, abbiamo fatto un grande lavoro”.
Stessa conclusione alla quale è giunto uno studio prospettico effettuato su circa 10mila pazienti trattati con cannabis medica in Israele, pubblicato su Frontiers in Medicine. Secondo le conclusioni dello studio durato 3 anni, alla luce dei dati raccolti, complessivamente, il 70,6% dei pazienti ha ritenuto il trattamento di 6 mesi un successo, con conseguente miglioramento della qualità della vita e netta diminuzione del dolore.