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Cannabis: 55mila firme per l’autoproduzione

Le firme raccolte da Meglio Legale insieme a 30 partner saranno depositate oggi in Senato

autoproduzione cannabis
Nonostante tutto, i cittadini italiani dimostrano di continuare a credere nella cannabis libera: oggi in Senato verranno depositate le oltre 55mila firme raccolte da Meglio Legale insieme ad altri 30 partner (tra i quali Dolce Vita) per la proposta di legge d’iniziativa popolare Io Coltivo per la legalizzazione della coltivazione domestica di cannabis.

UNA LEGGE PER L’AUTOPRODUZIONE

Era la fine del 2023 quando Meglio Legale depositò il testo di legge in Cassazione, per una proposta di legge simile a quella tedesca, che però alzerebbe da 3 a 4 il numero di piante consentite per abitazione. La legge dunque avrebbe l’effetto di rendere legale l’autoproduzione, le associazioni di coltivatori (Cannabis Social Club) e il consumo personale con il possesso fino a 30 grammi, oltre all’abolizione delle sanzioni amministrative ad oggi previste, come il ritiro della patente e del passaporto.

EUROPA E ITALIA: TROVA LE DIFFERENZE

Mentre la Germania ha mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale e, dopo aver legalizzato l’autoproduzione e i Cannabis Social Club si appresta a realizzare il cosiddetto secondo pilastro, che prevede la legalizzazione vera e propria con un mercato regolamentato, produttori autorizzati e dispensari, da noi il governo vuole vietare addirittura cannabis light e CBD, arrivando a proporre il divieto di immagini della pianta di canapa, o di parti di essa, su qualsiasi tipo di materiale pubblicitario (insegne, volantini, manifesti, etc…).

Cannabis: 55mila firme per l'autoproduzione
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“Un emendamento del Governo vieta esplicitamente la coltivazione e la vendita delle infiorescenze indipendentemente dalla quantità di THC, stabilendo come pena la reclusione da 2 a 6 anni e mettendo in pericolo il lavoro di 15mila operatori e milioni di fatturato”, sottolineano infatti dall’associazione.

LA CANNABIS TORNA AD ESSERE DISCUSSA IN PARLAMENTO

Le firme saranno depositate in Senato, una scelta non casuale visto che, come aveva raccontato a Dolce Vita Antonella Soldo: “Al Senato c’è l’obbligo di discussione, che non è invece presente alla Camera, nonostante l’allora presidente Roberto Fico si era impegnato a introdurla. Sicuramente al Senato c’è una forte opposizione a questi temi, ma saranno obbligati a discutere un testo di legge. Vogliamo dimostrare che quella firma non è stata fatta sulla sabbia, ma avrà l’effetto preciso di costringere senatrici e senatori a prendere in esame il testo. Sarà per noi l’occasione di richiamare l’attenzione sui cambiamenti importanti che stanno accadendo in Europa”.



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