Cani a scuola
Il dirigente scolastico Mauro Murino sostiene che l’operazione condotta nell’istituto Marco Polo di Verona dalla guardia di finanza, con tanto di unità cinofile, è servita a promuovere tra gli studenti una cultura della prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti. Veramente un’operazione di polizia, che sarebbe potuta finire con uno o più arresti, magari per qualche grammo di erba, può essere spacciata per un’iniziativa utile a «promuovere la cultura della prevenzione»?
Se qualche ragazzo fosse stato trovato in possesso di modiche quantità di sostanze illegali sarebbe stato arrestato, non si sarebbe certo aperto un dibattito informativo sui rischi collegati all’uso e abuso di sostanze psicotrope. Sembra piuttosto un chiaro messaggio di repressione e criminalizzazione di un fenomeno sociale sempre più diffuso,che dovrebbe essere affrontato al limite come un problema sanitario. Le scuole dovrebbero essere luogo di cultura, dibattito, formazione, informazione e responsabilizzazione, non teatro di operazioni di polizia con tanto di controlli “zaino per zaino”. Il risultato dell’operazione? Non è stato trovato nulla. Il controllo, dice il dirigente scolastico, «era stato concordato da tempo».
Chiediamo noi: e gli studenti ne erano al corrente? Perché, viste le statistiche di consumo di sostanze psicoattive tra giovani e giovanissimi, delle due l’una: o l’istituto Marco Polo è un’isola felice, oppure gli studenti, a conoscenza dell’arrivo degli agenti, hanno lasciato per una mattina a casa le sostanze proibite. Una domanda da “contribuenti arrabbiati”: ma quanto costano alle casse dello Stato queste uscite – a vuoto – delle forze dell’ordine?
fonte: Radicali Italiani