Il canapulo per bonificare il cromo esavalente: la conferma scientifica
La parte legnosa della canapa sarebbe adatta a bonificare il cromo esavalente, un inquinante tossico e molto pericoloso
Lo conferma uno studio tutto italiano: il canapulo, la parte legnosa dello stelo di canapa, può bonificare il cromo esavalente: un inquinante particolarmente tossico e pericoloso per l’uomo.
Una scoperta rivoluzionaria è stata osservata dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa in collaborazione con il Consorzio per la tutela e valorizzazione della canapa sativa di tradizione italiana (Con.CanapaTu.Val.I.), e le aziende Canapafibra e Argeco.
CANAPULO: UNA SOLUZIONE PER IL (GRAVE) PROBLEMA DEL KEU

La canapa si è dimostrata una valida alleata per la salvaguardia dell’ambiente, per innumerevoli motivi. Tra cui le sue capacità di bonifica. Infatti, come dimostrato da diversi studi e sperimentazioni, la canapa può ripulire il suolo dai metalli pesanti.
Allo stesso modo, è nata “l’idea di utilizzare la canapa, ed in particolare il canapulo, per la bonifica dei suoli contaminati da cromo esavalente rilasciato dal Keu“, ha confermato Domenico Vitiello, agronomo e vicepresidente del Consorzio.
L’inquinamento da Keu infatti, un residuo di produzione proveniente dal trattamento dei fanghi prodotti dalla concia delle pelli, è tra le pagine ambientali più nere della storia della regione Toscana dalla quale è scaturita un’inchiesta ed è stato avviato anche un processo.
Perché il Keu, in condizioni normali come la presenza di ossigeno e pioggia, diventa tossico e cancerogeno per l’uomo. Proprio per la presenza di cromo esavalente.
Trovare un rimedio quindi non era una possibilità da valutare, ma una strada da intraprendere il prima possibile. Per fortuna, anche in questo caso, la canapa viene in nostro aiuto.
CANAPULO E CROMO ESAVALENTE: “UNA CAPACITÀ RIDUCENTE QUASI DEL 100%”
Dopo dei test sia in laboratorio che direttamente sul campo, si è constatata “un’alta capacità riducente (quasi del 100%) del canapulo nei confronti del cromo esavalente”, ha sottolineato Vitiello.
E ancora, il professor Riccardo Petrini del Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Pisa ha confermato a Canapaindustriale.it, che: “I risultati sono stati incoraggianti, anche estendendo le applicazioni ad acque naturali contenenti cromo esavalente e di composizione chimica complessa”.
Per le sperimentazioni ancora in corso infine, a cui secondo Petrini dovrà essere associato un ulteriore gruppo di studiosi “per capire il processo alla base delle osservazioni fatte”, è stata depositata una domanda di brevetto, titolata: “Metodo per rimuovere cromo esavalente da acque e terreni contaminati”.