Canapa: un progetto per ottimizzare la produzione di CBD
È questo lo scopo del progetto Mitical, che dopo diverse sperimentazioni ha raddoppiato la quantità di CBDA (precursore del CBD)
“Miglioramento della coltivazione e produzione della canapa industriale in Lombardia mediante tecniche colturali innovative”. È così titolato il progetto Mitical, condotto dai ricercatori dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia agraria del CNR.
Un’iniziativa dal duplice obiettivo:
- Garantire agli agricoltori delle province lombarde tutte le conoscenze necessarie per reintrodurre la coltivazione di questa pianta.
- Ottimizzare la produzione e la qualità dei semi e delle infiorescenze.
E “i risultati relativi alla produzione di cannabinoidi e di composti fenolici saranno fruibili per l’industria farmaceutica e cosmetica, mentre quelli relativi ai valori nutrizionali dei semi saranno di interesse per l’industria alimentare e mangimistica, contribuendo sia ad una dieta umana più sana che all’integrazione delle diete degli animali da allevamento”, hanno confermato i ricercatori.
PIÙ CANAPA IN LOMBARDIA: COME SI È SVOLTO IL PROGETTO MITICAL
Come spiegato dalla ricercatrice e coordinatrice del progetto Monica Mattana a Canapaindustriale.it, Mitical si è sviluppato in diversi fasi principali.
Anzitutto, sono state selezionate 4 varietà di canapa (2 dioiche e 2 monoiche) presenti nell’elenco europeo delle varietà ammesse alla coltivazione.
Varietà che sono state poi sottoposte a due trattamenti: con biostimolante e di elicitazione. Lo scopo? “Aumentare la produzione di fenoli totali e cannabinoidi, soprattutto CBD”, spiega la ricercatrice.
E se le sperimentazioni in pieno campo non hanno dato i risultati sperati, la situazione è decisamente migliorata con il trattamento di elicitazione fatto nel campo pilota dell’orto botanico. “Infatti, abbiamo avuto un aumento pari al doppio per i livelli di CBDA (la forma acida del CBD), pur mantenendo il THC sotto i limiti di legge (in campo sotto lo 0,6%)”, ha confermato entusiasta la Mattana.
“Ora stiamo proseguendo l’attività sulle infiorescenze – conclude la ricercatrice – perché abbiamo ottenuto il finanziamento di un progetto Prim, in collaborazione con il Dipartimento di Farmacologia dell’Università degli Studi di Milano, e proseguiremo lo studio di questo meccanismo di elicitazione”.