Il gene della canapa resistente all’oidio
La scoperta fatta dalla Cornell University potrebbe rivoluzionare il mondo della coltivazione. L'Università ha infatti individuato un gene nella canapa resistente all'oidio: tra le malattie più diffuse e letali per i cultivi
Anche noto come “mal bianco”, l’oidio è un fungo, particolarmente difficile da combattere, che colpisce numerose piante in tutto il mondo, compresa la canapa. Proprio dalla canapa però arriva una nuova possibilità: un gene resistente a questa feroce malattia.
L’OIDIO: IL FUNGO KILLER INCUBO DEI GROWER
L’oidio è composto da due organismi: un batterio e un fungo, e le sue spore, presenti potenzialmente ovunque, prosperano negli ambienti molto umidi (70-90% d’umidità) e a temperature tra i 20-22°C.
Si presenta sotto forma di polvere biancastra e della canapa, in particolare, attacca sia le foglie che i fiori, compromettendone la crescita e il vigore e riducendone di conseguenza anche il raccolto finale.
Tuttavia, se ce ne occupiamo tempestivamente, un’infestazione da oidio si potrebbe anche curare, ma ci vogliono solo pochi giorni prima che una piccola epidemia si trasformi in una vera piaga, resistente sia a trattamenti chimici che biologici.
L’ipotesi migliore infatti è prevenire un’infestazione da “muffa polverosa”. Come? Utilizzando dei biostimolanti biologici, che rafforzino le difese naturali delle piante, e mantenendo un’ambiente sempre pulito. Poiché, una volta sviluppato, sono poche le colture lasciate illese da questo fungo. Almeno finora.
CULTIVAR RESISTENTI ALL’OIDIO GRAZIE A UN GENE DELLA CANAPA
Pubblicata su Molecular Plant-Microbe Interactions, la nuova ricerca scientifica condotta dalla Cornell University ha riacceso un barlume di speranza nella fiorente industria verde, individuando un gene nella canapa resistente all’oidio, sia nelle infezioni naturali nelle prove sul campo che nelle inoculazioni controllate nelle camere di crescita.
“Abbiamo sequenziato il genoma della linea resistente e l’abbiamo confrontato con le linee sensibili e abbiamo trovato una mutazione genetica che è altamente probabile che sia responsabile della resistenza – hanno confermato i ricercatori – Ora disponiamo di marcatori molecolari in grado di identificare quel gene per la resistenza e che possono essere utilizzati per la selezione delle linee di allevamento”.
Il passo successivo è quello di effettuare degli incroci, così da introdurre il gene resistente in linee per CBD, fibre, cereali e, se legale, anche in linee ad alto contenuto di THC. Inoltre, i marcatori molecolari si potranno utilizzare per individuare le piantine resistenti al fungo senza doverle far crescere fino alla maturità.
Larry Smart, coltivatore di piante e professore presso la School of Integrative Plant Sciences del College of Agriculture and Life Sciences (CALS), ha dichiarato: “Questa scoperta rappresenta un grande passo avanti nella selezione di cultivar resistenti all’oidio. L’identificazione della resistenza si tradurrà in una migliore produzione e qualità complessiva del raccolto”.