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Canapa e officinali davanti al Consiglio di Stato

Dopo la sentenza del Tar del 2023 diversi Ministeri hanno fatto ricorso, ora inizia il procedimento davanti al Consiglio di Stato

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Correva l’anno 2023 quando due sentenze del Tar smontarono il decreto che voleva inserire la canapa nelle piante officinali, limitandone però l’utilizzo a fibra e semi.

Per la rima volta un tribunale ha messo nero su bianco che non si possono limitare gli usi della canapa ad alcune parti per un generico principio precauzionale che va invece motivato con dati scientifici.

CANAPA E OFFICINALI: LA SENTENZA DEL TAR

Il Tar però non si è limitato ad annullare il comma incriminato del decreto, ma ha espressamente citato sia  una precedente sentenza del Consiglio di stato francese, che ha di fatto reso legale il commercio di CBD e cannabis light in Francia, sia la sentenza della Corte di Giustizia europea che sottolineava che i prodotti legali a base di CBD di uno stato membro devono poter circolare liberamente in tutta Europa.

Riguardo al fatto che la canapa possa essere utilizzata nella sua interezza scrive che: «Non è dato evincere alcuna distinzione tra le parti della pianta di canapa liberamente coltivate, ai sensi della legge citata n. 242/2016, che possono essere utilizzate per le finalità stabilite dalla legge medesima. La disciplina di settore di matrice internazionale e comunitaria chiarisce, infatti, che il criterio discretivo per stabilire la libera coltivazione della canapa risiede nella tipologia di pianta, considerata nella sua interezza».

La sentenza era arrivata dopo il ricorso al Tar di diverse associazioni di settore tra cui Canapa Sativa Italia, Resilienza Italia Onlus, Sardinia Cannabis e Federcanapa.

IL RICORSO DEI MINISTERI

Nonostante le pronunce del TAR, i Ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute hanno deciso di impugnare tali sentenze, presentando ricorsi (n. 7269/2023 e n. 7267/2023) al Consiglio di Stato. L’obiettivo dei ministeri è quello di ottenere un’interpretazione più restrittiva del decreto sulle piante officinali, soprattutto per quanto concerne la produzione e l’utilizzo di fiori e foglie di canapa.

Come spiega l’associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI), «secondo le tesi ministeriali, la canapa – in quanto rientrante tra le piante officinali – necessiterebbe di controlli rigorosi e di una disciplina dettagliata, in grado di prevenire usi non autorizzati e garantire la protezione della salute pubblica. Il rischio, dal loro punto di vista, sarebbe che un quadro normativo troppo permissivo possa dare adito a interpretazioni elusive».

COSA POSSIAMO ASPETTARCI

«Nelle ordinanze emesse il 13 febbraio 2025, il Consiglio di Stato ha esaminato preliminarmente l’ammissibilità dei ricorsi e ha sollevato dubbi in merito alla loro fondatezza. I giudici di secondo grado hanno quindi concesso alle parti un termine di trenta giorni per presentare memorie integrative, così da chiarire le rispettive posizioni”, puntualizzando dall’associazione evidenziando che: “Pur non risolvendo il merito, queste ordinanze segnano un passaggio importante verso la definizione della controversia. L’udienza pubblica è stata fissata per il 2 ottobre 2025, data in cui il Consiglio di Stato potrà stabilire in via definitiva se la disciplina sulle piante officinali debba o meno restringere l’impiego della canapa ai soli semi e a preparazioni esclusivamente farmaceutiche basate su fiori e foglie».

Il cuore della questione è che: «Una sentenza che confermi la linea del TAR potrebbe ribadire la centralità della Legge 242/2016, dando slancio a un comparto in crescita e favorendo le imprese che operano con canapa a fini alimentari, cosmetici, erboristici e di ricerca».



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