Canada: distrutte 425 tonnellate di cannabis
Da gennaio a dicembre 2021, il Canada ha distrutto circa un quarto della cannabis prodotta perché non conforme, sprecando denaro e risorse investite.
Nel 2021, secondo i dati forniti da Health Canada, il dipartimento governativo dello Stato responsabile della politica sanitaria nazionale, il Canada ha distrutto una quantità record di cannabis. Circa 425 milioni di grammi di fiori essiccati non confezionati (425 tonnellate circa), ossia il 26% della cannabis totale prodotta.
CANNABIS IN CANADA: ABBONDANO I PRODOTTI NON COMMERCIABILI
Secondo il report canadese, oltre alla cannabis essiccata non confezionata, sono stati buttati più di 140 milioni di grammi di estratti non confezionati (17%), edibili (4%) prodotti topici (4%) e più di 7 milioni di articoli confezionati.
Ma non finisce qui, perché “molto probabilmente 425 milioni di grammi distrutti sono solo una frazione della cannabis coltivata non messa sul mercato, tonnellate di prodotti rimangono in magazzino in vari formati – afferma Stewart Maxwell, consulente agricolo e fondatore di Elevated Botanist, aggiungendo: “Ho visto offrire sul mercato prodotti freschi surgelati che hanno diversi anni”.
Tammy Jarbeau, consulente per le relazioni di Health Canada, ha dichiarato che le ragioni della distruzione dei prodotti “includono, ma non sono limitate a: perdite di raccolto, smaltimento post-raccolta di materiale vegetale inutilizzabile (ad esempio, steli), prodotti richiamati, eliminazione di prodotti invenduti o restituiti”.
Maxwell ha osservato che, per fortuna, “i produttori devono avere un’assicurazione contro i ritiri”, perché quando si tratta di prodotti confezionati “qualsiasi errore di battitura su un’etichetta può generare un richiamo”, diventando la principale causa di milioni di articoli distrutti. In risposta, Jarbeau ha chiarito che Health Canada non conosce “la quantità o la percentuale di distruzione di cannabis che può essere attribuita ai prodotti richiamati”.
IL DISASTRO DIETRO AL BUSINESS
Il raddoppiamento delle vendite di cannabis registrate in Canada da inizio 2020 non sono state sufficienti per smaltire la mole di prodotto distrutto, che rappresenta un disastro ambientale senza precedenti per un’industria apparentemente verde.
Poiché “il costo del prodotto distrutto è di miliardi”, ma non tiene conto del costo delle strutture stesse e delle altre risorse impiegate per coltivare la cannabis. “Questa sovrapproduzione – afferma Maxwell – è una catastrofe ambientale e l’energia necessaria per coltivare questo eccesso è incalcolabile”.
Inoltre Jarbeau ha spiegato che Health Canada non raccoglie informazioni sull’acqua, i fertilizzanti e le altre risorse investite, rendendo impossibile sapere con precisione quante e quali risorse sono state bruciate assieme a quei 425 milioni di grammi di cannabis.
TENTARE LA VIA DELLA RIGENERAZIONE
Inversamente ai tassi di distruzione sempre più elevati, i costi della cannabis sia in Canada che negli Stati Uniti stanno scendendo gradualmente, ed è possibile acquistare un’oncia (circa 28g) di erba a poco più di cento dollari.
Secondo Maxwell, questo crollo dei prezzi ha “quasi completamente stravolto il mercato tradizionale” e anche i coltivatori che prediligono metodi artigianali per produrre fiori di prima qualità “faticano a raggiungere la redditività a causa dell’abbondanza di prodotto sul mercato, dei problemi legati alle tasse e dell’onere dei costi normativi”.La rigenerazione dei prodotti destinati ad essere distrutti, che può significare la riduzione dei contaminanti rilevati o delle percentuali di THC, così che possa essere venduto legalmente come canapa, pare essere l’unica soluzione per recuperare la quantità di articoli che altrimenti non potrebbero essere venduti, creando un enorme spreco di denaro e risorse.
Peccato che la bonifica potrebbe non essere un’opzione in questo caso. “Per quanto ne so, non c’è modo di indirizzare i fiori di cannabis in eccesso verso altri flussi di prodotti – inizia Maxwell – Il prodotto deve essere distrutto secondo le linee guida di Health Canada”, che includono l’incenerimento, il compostaggio o la miscelazione con la lettiera per gatti.
Contrariamente, secondo Jarbeau “la cannabis si può utilizzare in altre applicazioni ma, a seconda dell’attività, potrebbe essere soggetta ai requisiti previsti dal Cannabis Act e da altre leggi e regolamenti”. Questi regolamenti risultano piuttosto onerosi, tanto che i tentativi di rimediare ai prodotti potrebbero non convenire economicamente. Come ricorda Jarbeau, per fortuna “alcune parti di piante di cannabis (ad esempio steli maturi privati delle foglie, semi e rami) sono esenti dall’applicazione del Cannabis Act” e possono essere riutilizzate per altri usi senza alcuna licenza.
IL CANADA STA REVISIONANDO LA LEGGE SULLA CANNABIS
A quattro anni dalla legalizzazione a livello federale, il Canada ha annunciato di revisionare ufficialmente la legge sulla cannabis e l’industria nazionale nata di conseguenza. Come? Indagando sugli effetti della legalizzazione sulla salute dei cittadini canadesi, sull’economia e sul mercato illecito, che ha continuato irrimediabilmente a crescere.
Visto le tante accuse sollevate dai partecipanti del settore cannabico canadese per le aliquote fiscali troppo pesanti e i regolamenti decisamente rigidi, che favoriscono indirettamente un mercato non regolamentato, la revisione dovrà determinare se la legislazione che regola la legalizzazione è conforme alle esigenze e alle aspettative dei cittadini ed, eventualmente, provvedere per migliorarla. Speriamo che anche la risoluzione di questo immane spreco, sia uno dei temi all’ordine del giorno.