Canada – Cannabis terapeutica. Potenziale ruolo nell’insufficienza renale
In un recente articolo sulla rivista di terapia del dolore Journal of Pain and Symptom Management, alcuni nefrologi canadesi si chiedono se vi è un ruolo potenziale per l’utilizzo dei cannabinoidi anche nell’insufficienza renale.
Circa il 50% dei pazienti con malattia renale cronica soffre di dolore, che nell’82% dei casi è medio-severo. Nonostante il miglioramento delle tecniche di dialisi, il dolore può non migliorare anche dopo questa metodica. I derivati della morfina sono eliminati dai reni, per cui in questi malati i metaboliti si accumulano con aumento degli effetti collaterali.
Teoricamente il razionale nell’uso dei cannabinoidi risiede sugli incoraggianti risultati di queste sostanze non solo sul dolore, ma anche su altri sintomi debilitanti che si associano all’insufficienza renale, come la nausea, il vomito, l’anoressia, il prurito e l’insonnia.
I ricercatori scrivono che “abbiamo appena iniziato ad apprezzare il potenziale terapeutico dei cannabinoidi”; “sfortunatamente, la scarsità dei dati di efficacia terapeutica a lungo termine non permette di invocarne un uso routinario… infatti, al momento, sembra prudente limitare l’uso a lungo termine diTHC (il componente principale della Cannabis, n.d.r.)… Anche piccoli miglioramenti nei sintomi con l’uso di THC:CBD (il CBD è un altro importante componente della canapa) possono essere clinicamente importanti nei pazienti difficili da trattare. Questo è particolarmente rilevante nei pazienti con malattia renale, nei quali la seconda causa di morte è la cessazione della dialisi, a causa della scarsa qualità di vita.”
Francesco Crestani
Associazione Cannabis Terapeutica