Calliandra e canavalia: due piante per viaggiare
CALLIANDRA ANOMALA
– sedativo, narcotico
Conosciuta con i nomi ispanici di cabellito o cabeza de angel, la Calliandra anomala è un arbusto ramificato dall’altezza variabile fra i 10 e i 15 metri con corteccia verde oliva ricoperta da una fine peluria. I fiori compaiono all’apice dei rami e sono bianchi, minuscoli.
Dai fiori germogliati spuntano dei filamenti lunghi, rosso intensi che danno alla pianta l’apparenza di un piumino cremisi. I frutti sono dei baccelli lunghi e piatti, al cui interno si sviluppano numerosi semi.
La Calliandra è originaria del Messico, anche se negli anni più recenti è stata trovata anche nelle regioni tropicali del Centro e Sud America.
Nella sua area d’origine è conosciuta fin dai tempi più remoti per le sue proprietà narcotiche, in particolare dagli Aztechi, che la conoscevano come Tlacoxiloxochitl. Anche i Lacandoni, eredi dei Maya, la tengono in grande considerazione e la chiamano Chak Me’ex K’in (la barba rossa del dio del sole).
La Calliandra anomala è stata anche un additivo del pulque, la bevanda inebriante ottenuta dalla fermentazione dell’Agave. Un’altra specie di Calliandra, la C. angustifolia viene utilizzata in Sud America come additivo dell’ayahuasca.
Il suo dosaggio psicoattivo non è ancora ben chiaro, anche se il rischio di overdose anche mortali ne colloca intorno ai 120 grammi la dose non pericolosa (Martinez 1987).
CANAVALIA MARITIMA
– allucinogeno, delirogeno
Pianta della Famiglia delle Fabaceae, conosciuta in inglese come bay bean (fagiolo di baia) o beach bean (fagiolo di spiaggia), è diffusa sulle coste sabbiose delle regioni tropicali di Asia, Africa e America.
La Canavalia maritima è una pianta perenne, erbacea, capace di resistere alle condizioni di siccità caratteristiche delle coste tropicali. È un arbusto piatto, con germogli che possono crescere fino ad un’altezza di circa 10 metri, con fiori rosso pallido o violacei e tipici frutti a fagiolo.
La Canavalia maritima, soprattutto in passato, ha avuto molti utilizzi sia nella medicina popolare che nell’alimentazione, sia umana che animale.
Dalla Canavalia maritima sono stati isolati l-betoncina e medicarpina, ma non ci sono al momento evidenze chimiche che questi composti abbiano psicoattività, anche se in Sud America e sulle coste del Golfo del Messico i fagioli e le foglie essiccate vengono fumati come sostituti della più famosa marijuana.
Certo è che la lectina (proteina isolata dalla pianta) ha mostrato sperimentalmente un’attività rilassante sulla muscolatura liscia vascolare e che la medicarpina inibisce la proliferazione delle cellule specifiche del carcinoma epiteliale cervicale; queste osservazioni (ancora sperimentali) aprono interessanti prospettive per ulteriori ricerche.
a cura di Gilberto Camilla
Etnopsicologo, Presidente della SISSC
(Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza)