Calibro 35: tutti i side project attuali della band
Un’esplosione di creatività. Dopo l’inventiva geniale e la capacità di superare se stessi senza tradirsi dimostrata con il sesto disco in studio, “Decade”, uscito a febbraio di quest’anno e prodotto dal solito Tommaso Colliva, i Calibro 35, continuano a macinare chilometri on the road con un tour un po’ italiano e un po’ europeo, ma soprattutto a sfornare idee in solitaria.
Famosi per il loro travolgente suono, ispirato ai film poliziotteschi italiani degli anni ’70, meglio noto come crime funk, Enrico Gabrielli (tastiere, flauto, sax e percussioni), Massimo Martellotta (chitarra e tastiere), Luca Cavina (basso) e Fabio Rondanini (batteria) stanno attraversando un momento di grazia, costellato dai successi come band e da una messe di progetti tanto interessanti, quanto lontani dal terreno dei Calibro.
Enrico Gabrielli. Polistrumentista e leader carismatico della band, il Gabrielli è uno che ha suonato, tra il resto, con gente come PJ Harvey (“The Hope Six Demoltition Project”) e Mike Patton (“Mondo Cane”). Detto ciò, la virata compiuta dai Calibro 35 con “Decade”, deve molto all’ingresso in line up, sia nel disco che live, dell’ensemble di fiati, archi e percussioni Esecutori di Metallo su Carta. Fondata insieme al percussionista Sebastiano De Gennaro, con cui ha anche dato vita alla collana di dischi di musica anti-classica “19’40’’”, l’ensemble si era già prodotta nella serie di appuntamenti alla Santeria Social Club di Milano, dedicati ad alcuni capisaldi della classica contemporanea riletti proprio dal Gabrielli, che non pago, l’anno scorso, ha anche dato alle stampe una raccolta di racconti di fantascienza nera, intitolata “Le piscine terminali”. Più scanzonato, invece, il side project messo in piedi nel 2016 con Roberto Dell’Era degli Afterhours al basso e Lino Gitto degli Ufovalvola alla batteria: The Winstons. Con loro ha pubblicato l’omonimo album d’esordio, uscito per la storica etichetta prog AMS Records, primo assaggio della pischedelia, anzi dell’“anarchia ancestrale” come la definiscono loro, ripresa nel 7 pollici in tiratura limitata “Golden Brown/Black Shopping Bag” e nella riproposizione live, con Marco Fasolo (Jennifer Gentle) e Alberto Ferrari (Verdena), del capolavoro dei Pink Floyd “The Piper At The Gats Of Dawn”. In questo periodo potete beccarli in giro con qualche live, perché loro, anche se presi con la realizzazione del secondo disco in studio, di suonare non ne hanno mai abbastanza.
Massimo Martellotta. Compositore, polistrumentista, arrangiatore e produttore discografico, in varie vesti ha collaborato con artisti come Stewart Copeland, Francesco Tricarico, Eugenio Finardi, Moltheni, Dente, Nina Zilli, Noa e Mauro Refosco. È il main composer dei Calibro e, sia con la band che in solitaria, ha scritto parecchie musiche per la televisione, la radio, la pubblicità, i video games e il cinema, con brani inclusi in film come “Red” di Robert Schwentke con Bruce Willis, Morgan Freeman e John Malkovich; “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Michele Placido; “Said” di Joseph Léfèvre; “La banda del brasiliano” e “Sogni di gloria” del collettivo John Snellinberg. Nel 2015 ha ideato e realizzato per Discovery Channel il programma tv “Tadà!” una striscia quotidiana, presentata da Filippo Timi, dedicata alla musica degli anni ’60, in cui sono stati coinvolti svariati musicisti e cantanti italiani. Oggi è impegnato in un progetto visionario e a cavallo tra i generi. Si chiama One Man Session e, dopo il vol. 1, “Sintesi”, tornerà il 15 giugno con il vol. 2 “Unprepared Piano”, un disco un cui il pianoforte preparato alla maniera di John Cage, ossia inserendo corpi estranei sulle corde, viene spinto in un’esplorazione timbrica inedita. Si passa da citazioni classiche da Chopin a Satie, per arrivare all’ibridazione di linguaggi contemporanei tra Nils Frahm, Bad Plus e Penguin Café Orchestra, con il piano a farla da padrone in un fluido dialogo con batteria, vibrafono o mellotron. Suona tutto Martellotta, One Man Session dietro a questo progetto a lungo termine, per cui attendiamo già il vol. 3 di 5: “One Man Orchestra”.
Luca Cavina. Tecnica, potenza e fantasia al basso di Calibro 35 e ZEUS!, con i quali è in giro per lo Stivale a suonare e recentemente ha aperto, a Bologna e Milano, proprio per i Dead Cross, la superband metallozza di Mike Patton con Dave Lombardo, Justin Pearson e Michael Crain. Nel 2017 a Bologna ha dato vita agli Arto, un side project nato dalle menti di quattro musicisti votati all’eclettismo: Bruno Germano, produttore di “Die” di IOSONOUNCANE, nonché uomo dietro alle macchine del Vacuum Studio di Bologna; Cristian Naldi, chitarrista di Ronin e Fulkanelli e Simone Cavina, batterista di IOSONOUNCANE, Junkfood e Comaneci, oltre, ovviamente, a Luca Cavina al basso. Il loro primo disco, “Fantasma”, è uscito il 1 marzo sotto l’egida di cinque diverse label: Sanguedischi, Offset Records, Dischi Bervisti, The Fucking Clinica e Fegato Dischi. Otto tracce spettrali e apocalittiche, trattate in maniera orchestrale da questo ensemble elettrificato; dark ambient venato di black metal di stampo norvegese e risvolti psichedelici. Un suono aspro e sublime, dai profili dinamici estremi e cangianti, tra crescendo maestosi e improvvise rarefazioni, per un disco circolare o forse addirittura palindromo, fondato sull’alternanza dialettica di presenza e assenza, sulla reiterazione di elementi, tra pattern ossessivi e ritorni impercettibili. A impreziosire il tutto, gli interventi di IOSONOUNCANE alla voce in “On Suicide”, Sebastiano De Gennaro al vibrafono, Dimitri Sillato al violino e Giuseppe Franchellucci al violoncello. Da ascoltare.
Fabio Rondanini. Batterista in pianta stabile degli Afterhours, membro della Gazebo Band dell’omonimo programma di Rai 3, collaboratore di artisti come Niccolò Fabi, John Parish, Fabi-Silvestri-Gazzè, Mina, Colapesce, Cristina Donà, Dellera, Ghemon, Il Teatro Degli Orrori, Dente e Carmen Consoli, ha realizzato anche le musiche per la serie di Corrado Guzzanti “Dov’è Mario?”. Per ora non ha side project in ballo, ma continua a far vibrare egregiamente le pelli della batteria dei Calibro 35, di cui è membro fondatore e cuore pulsante.