Cagnulari, il vitigno autoctono sardo che in pochi conoscono
Il Cagnulari è un vitigno autoctono della Sardegna che è stato salvato dalla scomparsa grazie all’opera e alla lungimiranza di una decina di agricoltori tra cui spicca per saggezza e importanza la figura di Giovanni Cherchi, con la sua azienda omonima, oggi guidata dai figli Salvatore e Grazia, nel comune di Usini (Sassari), adagiato sulle colline del Logoduro, un territorio tradizionalmente vocato alla viticoltura. L’azienda è conosciuta anche per i grandi risultati e traguardi ottenuti dal suo Vermentino, ma abbiamo deciso di parlare del Cagnulari, uno dei vitigni tradizionali meno conosciuti della Sardegna e coltivato quasi esclusivamente in questa zona; è un vitigno a bacca rossa di origini incerte, in passato utilizzato per tagliare altri vini rossi meno intensi e corposi o venduto sfuso per un consumo locale.
Il Cagnulari Terra dei Nurahi IGT 2018 di Cherchi esprime al meglio tutte le caratteristiche di questo vino: colore rosso rubino brillante e limpido, profumi intensi di geranio, frutti di bosco, con note speziate e di macchia mediterranea. Al palato risulta caldo (13%), di buona struttura, con tannini morbidi e una piacevole freschezza, che lo rendono molto armonioso. Il finale è sapido e abbastanza persistente.
Per le versioni più fragranti e di consumo immediato, come questa, il Cagnulari viene affinato in acciaio, ma la maturazione in legno sta dando ottimi risultati per i vini destinati all’invecchiamento. A tavola si sposa meravigliosamente con piatti di grande consistenza, sostanza e aromaticità: conditi con sughi di carne, carni rosse, arrosti, agnello e selvaggina.