I BRICS si allargano: altri nove stati entrano nell’alleanza
Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan. Sono questi i nove Paesi che, a partire dal 1° gennaio 2025, sono diventati partner del blocco BRICS, il raggruppamento di quelle che una volta venivano definite economie emergenti, che sfida l’egemonia statunitense. A questi, comunicava l’annuncio della presidenza russa sul loro aggiornamento di status, potrebbero aggiungersene altri quattro, a cui il gruppo ha mandato un invito di partenariato.
Con l’inclusione dei nuovi membri con l’inedita posizione di partner, sostiene una nota diffusa dal ministero dello Sviluppo Economico russo, i BRICS rappresenteranno il 36% del PIL mondiale, il 37% del commercio globale e il 40% della produzione petrolifera globale. Il gruppo rappresenta il 47% della popolazione mondiale e i Paesi che vi fanno parte coprono una superficie complessiva di circa 40 milioni di chilometri quadrati.
L’annuncio che Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan sarebbero entrati a far parte dei partner del blocco BRICS è arrivato il 27 dicembre, ma era stato preannunciato qualche giorno prima dalla presidenza di turno russa. Il Cremlino, inoltre, ha comunicato che altri quattro Paesi hanno ricevuto l’invito formale a diventare partner della coalizione, senza tuttavia specificare quali siano. Con l’avvio del nuovo anno, dunque, i BRICS si arricchiscono di nove nuovi alleati, che vanno ad aggiungersi agli altrettanti già presenti.
Lo statuto di partner è stato introdotto nell’ultimo vertice del gruppo, tenutosi a Kazan, in Russia, e prevede la collaborazione su progetti specifici, accordi economici o cooperazione su temi di interesse comune, e la possibilità di essere invitati ai summit, senza tuttavia potere decisionale e di voto.
Sempre a partire dal 1° gennaio, inoltre, la presidenza di turno è passata nelle mani del Brasile, che ha celebrato gli sforzi russi nell’ampliamento del gruppo.
Il gruppo BRICS è stato fondato nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina, a cui si è unito il Sudafrica nel 2011 (da cui l’acronimo “BRICS”). Il 1º gennaio 2024, Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti sono diventati membri a pieno titolo dell’associazione. Con l’estensione del titolo di partner agli ultimi nove Paesi, l’alleanza si estende a ex territori di pertinenza sovietica, si allarga in Africa e Sudamerica e coinvolge i suoi primi territori del Sud-Est asiatico e dell’America Centrale. Cuba aveva chiesto di entrare a far parte dei BRICS lo scorso ottobre, poco prima del vertice di Kazan. Per l’isola caraibica questa è un’opportunità per uscire dalla crisi economica dovuta, tra le altre cose, alle dure sanzioni statunitensi che cingono il Paese da anni.