Brain e Lord Madness – Settimo Cerchio (Audioplate) (recensione)
Il bolognese Brain (Fuoco Negli Occhi) e il romano Madness (ex Inquilini), avevano preannunciato questo progetto ancora in estate 2011, mettendo on line il videoclip di “100 Megatoni” e suggerendo una risposta a tutti quelli che si stavano chiedendo se due mc’s come loro avrebbero mai potuto rappare assieme, fianco a fianco. Beh, la domanda, in un certo senso, era anche lecita. Questi due mc’s, stilisticamente, sono realmente molto diversi tra loro.
Brain è un mc che nell’underground ha saputo ritagliarsi uno spazio proprio, grazie al suo team FNO, e alle indubbie skills. Lo conosco e posso affermare senza esitazioni che lui è uno di quelli che il rap lo sa fare bene, con consapevolezza e tanta tecnica, a partire dagli extrabeat che lo hanno contraddistinto fin dal primo Graffi Sul Vetro.
Madness (assieme a Kento) è stato l’mc che forse si è più distinto in quella che era la formazione degli Inquilini, soprattutto per l’uso abbondante di grandi metafore e forti immagini, per il suo stile molto particolare, e per aver dato molta importanza alla tecnica in un gruppo che non ne faceva la caratteristica peculiare. Ci si accorge che, stilisticamente, ciò che entrambi hanno in comune è una passione non negata per l’extrabeat e per la tecnica lessicale. Ma stiamo parlando comunque di due mood davvero diversi. Laddove Brain rappa sempre con tono pacato e tranquillo (anche magari dove sarebbe gradevole sentire una marcia in più a livello interpretativo), Madness è nervoso, frizzante su ogni barra con il suo stile teatrale. Al primo ascolto l’impatto è notevole. Bisogna abituarsi alla presenza contemporanea di questi due mc’s. Di certo alcune cose o le ami o le odi (ad esempio i suddetti extrabeats o il mood vocale, calmissimo o troppo nervoso). Eppure la coppia in qualche modo funziona. I pezzi seri e consapevoli di questo disco mostrano le intenzioni del duetto, che non sono certo quelle di fare musica fine a sé stessa, pur non rinunciando ad un po’ di spettacolo (leggi punchlines e rimoni ad effetto che non guastano mai, anzi). Ci ritroviamo quindi su vari tappeti musicali (una bella moltitudine di producers, XXXFila, Ceri, Drag.One, Brasca, Bargeman, Nada dei Lato Oscuro, Enzojenzho, Skat, Apoc e P-Eight, per fortuna ben legati gli uni agli altri), tavolta davvero ottimi (vedi Tornassi Indietro, beat eccezionale!), tavolta molto più semplici, quasi sempre di gusto apertamente classic, a sentire le avventure molto concrete di due mc’s maturi e capaci che sanno regalare belle immagini e anche qualche emozione molto limpida e sincera. Tutti molto belli i featuring, in particolare i due riuscitissimi pezzi con i K Maiuscola e Primo Brown e gli interventi curati di Micha Soul. Il settimo cerchio è un disco tipicamente underground nella sua forma, che non concede ammiccamenti o easy listening procedendo dritto come un treno. Un disco che si fa sentire con piacere, che trasuda tantissimo amore per la musica intelligente, fatta con cuore e cervello. E’ un disco che riesce a convincere pur senza episodi mozzafiato, a patto che si gradiscano gli stili di Brain e Madness (cosa non scontata). Al primo ascolto non riesce ad esprimere il reale potenziale, infatti io stesso l’ho apprezzato molto di più dopo il 3°, 4° ascolto consecutivo. Lavoro consigliato.
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Giovanni “Zethone”