La scuola di Cervantes

Botrite: muffa grigia alias muffa delle cime

Lente di ingrandimento sulle cime di una pianta di cannabis

COME RICONOSCERLA

La botrite è il fungo più comune sulle piante indoor e prospera nei climi temperati e umidi, caratteristici in molte stanze da coltivazione. I danni della botrite sono più gravi nei climi umidi (oltre il 50% di umidità). Attacca dall’interno dell’infiorescenza ed è difficile individuarla all’inizio – la botrite è di colore biancastro – ricorda dei capelli e somiglia a un tessuto sfilacciato. Col progredire della malattia, il fogliame diventa un po’ viscido. Negli ambienti meno umidi i danni possono anche manifestarsi sotto forma di macchie marroncino scuro sulle cime. La parte colpita da botrite, secca al tatto, spesso si frantuma al tocco. La muffa grigia attacca innumerevoli altre colture e le spore, trasportate dall’aria, sono praticamente onnipresenti. Anche se attacca prevalentemente le cime dense di fiori rigonfi, la muffa attacca anche i gambi, le foglie e i semi, provoca la colatura (moria dei semenzali) e fa decomporre le cime essiccate e conservate. Si trasmette anche tramite i semi.

DANNI

Occorre fare attenzione se sulle cime ci sono foglie isolate che seccano misteriosamente. Potrebbero indicare che la botrite ha attaccato la cima dall’interno. Per proteggere la coltivazione dalla malattia, occorre vigilare costantemente, soprattutto durante le due settimane precedenti la raccolta. Se le condizioni ambientali sono fredde o umide, le cime fiorite si riducono quasi subito in poltiglia; se, invece, le piante si trovano in locali caldi e secchi, le cime si polverizzano. Se non viene curata, la botrite riesce a distruggere un intero raccolto in sette – dieci giorni. Al chiuso, i gambi danneggiati dalla botrite, che attacca a partire dai gambi e non dalle cime, sono meno frequenti. Innanzitutto, i gambi ingialliscono e si forma una crescita cancrenosa. I danni fanno appassire la parte che cresce sopra la ferita e possono far piegare i rami. La muffa grigia, trasportata dall’aria, dalle mani contaminate e dagli attrezzi, si diffonde molto velocemente negli spazi chiusi, infettando, in condizioni opportune, un’intera stanza da coltivazione in meno di una settimana.

CONTROLLO

Per ridurre al minimo il rischio di botrite, bisogna mantenere un’umidità bassa (al massimo del 50%) e far circolare molta aria. Utilizzate preferibilmente varietà che non producono cime pesanti e troppo piene, che forniscono un sito ideale per l’attecchimento delle muffe. I climi freschi (temperatura inferiore a 21° C) e umidi (oltre il 50%) son perfetti affinché la crescita di muffa grigia imperversi. Quando si asportano le foglie danneggiate, occorre staccare dai rami anche i piccioli delle foglie morte, per evitare che ritorni la botrite che spesso è annidata nel fogliame in decomposizione. Aumentate l’areazione e mantenete un’umidità inferiore al 60% e tenendo pulita la grow room. E’ consigliabile utilizzare un substrato fresco e sterile ad ogni nuovo ciclo.

CONTROLLO COLTURALE E FISICO

Alla prima comparsa dei sintomi della botrite, utilizzate delle cesoie sterilizzate con alcool per tagliare via le cime infestate, almeno 3 cm al di sotto della parte colpita. Certi coltivatori tagliano a partire da 5-10 cm sotto la parte lesa, per garantirne l’asportazione. Non permettete che la cima o altre parti possano contaminare le altre cime e il fogliame, toccandole. Asportatele dalla coltivazione e distruggetele. È necessario lavarsi le mani e lavare anche gli attrezzi dopo tali operazioni di pulizia. Aumentate la temperatura fino a 26° C e abbassate l’umidità al di sotto del 50%. Livelli di azoto e fosforo eccessivi rendono tenero il fogliame, dunque più soggetto alla botrite. Controllate che il pH rimanga intorno a 6, per facilitarne l’assimilazione di calcio. Con un livello di luce basso si favoriscono una crescita debole e gli attacchi di botrite. Evitate di assiepare le piante e mantenete una luce di livello intenso. La botrite, per completare il ciclo vitale, richiede luce ultravioletta, senza la quale non sopravvive. Certe varietà raramente sono colpite dalla muffa grigia. Numerosi incroci resistono alla botrite molto più delle “Indica” pure. Raccogliete quando le ghiandole di resina sono ancora traslucide. La minaccia portata dalla botrite si acuisce molto, dopo che le ghiandole diventano ambrate.

CONTROLLO BIOLOGICO

Nebulizzate sulle piante prodotti a base di “Gliocladium Roseum” e di specie di “trichoderma”. Per evitare la colatura, applicate alla terra il Gliocladium e le specie di trichoderma. Il libro “Hemp deseases and pests” consiglia di sperimentare con i lieviti “Pichia guilliermondii” e “Candida Oleophila” o ancora con il batterio “Pseudomonas Syringae”.

Per quanto riguarda gli spray, la bottiglia bordolese consente di tenere a bada la botrite nelle fasi iniziali, finché è presente sulle foglie. Se la zona ad alto rischio, è consigliata una nebulizzazione preventiva, mentre non è consigliabile nebulizzare sulle cime in prossimità della raccolta. Per proteggere i semi dalla botrite, possono essere rivestiti con uno strato di Captan. Chiedete ad un vivaio di zona i consigli sui prodotti.

 



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